Il Taccuino
DEDALOMULTIMEDIA
07-05-21
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Finalmente si ricomincia a respirare aria pura. La programmazione delle riaperture delle attività economiche spazza via la nebbia che si era stabilmente addensata nelle nostre città sin anche dentro le nostre abitazioni. Tutti concentrati a resistere alla straordinarietà della situazione. In un alternarsi di emozioni e convincimenti contrastanti abbiamo scoperto gli estremi confini delle nostre reazioni alle avversità, tra la fiducia e l’avversione, tra la difesa e l’attacco, tra la speranza e la disperazione. È stata una navigazione alla scoperta di noi stessi tra carezze e pugni allo stomaco nel tentativo mai sopito di sopravvivere alla nostra debolezza ed al nostro disorientamento. Perché di questo si è trattato. La pandemia ci ha denudato facendoci scoprire con nuova evidenza quanto la vita di ciascuno sia connessa alla vita degli altri. E quanto sia necessario rilanciare il senso della comunità tra uomini e donne, come un corpo che sia capace di curare le ferite, dalla più piccola alla più grande, attivando gli anticorpi della solidarietà e della condivisione.

È riconoscere l’importanza del rispetto delle regole di contrasto alla diffusione del contagio del Covid-19 ed è fondamentale l’affidamento alla scienza ed alle sue evidenze di progresso ed il ricorso alla vaccinazione quale efficace immunizzazione della popolazione. Perché, altrimenti, la disobbedienza nel nome di una presunta libertà porrebbe ciascuno nella condizione di una ribellione e di una separazione dalla comunità, con le conseguenze ormai note di aggravamento dei contagi e dei decessi delle persone più fragili e non solo. Per non parlare del rinvio reiterato e devastante delle aperture delle attività economiche.

Se oggi la programmazione delle aperture è un atto di coraggio, pur nel rispetto dei dati epidemiologici, è anche un invito che definirei, in questo caso, un imperativo alla responsabilità.

La campagna di vaccinazione dovrà in modo progressivo coinvolgere tutti i cittadini, (raggiunto in un giorno 347mila vaccinazioni). È una gara con il tempo, è una sfida che ci nobilita e ci rende più forti. La mobilitazione della organizzazione della sanità pubblica rappresenta una garanzia perché mai prima avevamo assistito a un impegno a fare di più e meglio. Pochi giorni addietro mi sono vaccinato ed è stato commovente e incoraggiante il modo come il Dirigente medico, i medici e gli infermieri mi abbiano messo al centro della loro attenzione con le loro domande ed indicazioni a spostarsi, a sedersi quasi a proteggermi. Una volta vaccinato ho provato la leggerezza di una libertà rifiorita. Non esagero quando sono uscito ho incontrato altri amici in attesa di vaccinarsi ed è stata una festa del buon umore.

 

Gaetano Mellia

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