Il Taccuino
DEDALOMULTIMEDIA
02-03-21
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Tutti perplessi per la crisi di governo nessuno escluso.

Ma tutto quanto a cui stiamo assistendo appare come una profezia auto avveratisi.

La crisi aleggiava da mesi.

Tutte le richieste avanzate erano interpretate come una violazione degli equilibri che garantivano la stabilità della governance della crisi sanitaria e la gestione della ripresa post epidemia.

Le richieste e le proposte di accelerare e definire una comune visione del paese che pervenivano non solo dai renziani ma, anche, nel sommerso dei rapporti tra addetti ai lavori, dal partito democratico e da numerosi appartenenti al Movimento cinque Stelle, venivano disattese con comportamenti dilatori e palesemente omissivi. Per non parlare della indisponibilità ad un confronto con i partiti di opposizione.

Anziché, affrontare la realtà con un deciso coinvolgimento, sin dai mesi scorsi, dei partiti, delle Regioni, degli Enti locali e delle parti sociali in un approfondimento su come definire e gestire la riforma del paese, si è preferito contenere l’esuberanza di chi poneva questioni precise, non consentendo, nelle sedi istituzionali, l’auspicato sviluppo di intese politiche.

Invece, in questi giorni e non solo, vi è grande mobilitazione a ricercare i "Responsabili" o se si  preferisce i "Costruttori" anziché gestire con responsabilità e determinazione i problemi posti da Renzi che nel merito nessuno smentisce.

La crisi andava evitata ad ogni costo e la comunicazione politica doveva incalzare il governo sulle emergenze e sulla richiesta di soluzioni manifestate dai cittadini.

La crisi era stata prevista da mesi? Chissà. I dubbi al momento permangono.

Non ci spieghiamo perché il patto di fine legislatura tante volte proposto non sia stato portato in discussione.

Non si comprende perché il Recovery Fund paragonabile per rilevanza di risorse ed obiettivi al piano Marshall attuato nel dopo guerra, non abbia coinvolto, nei mesi scorsi, tutto il paese, in un processo orientato ad una complessiva riforma dell’Italia.

Non è chiaro perché l’emergenza sanitaria debba fare a meno delle risorse del MES, quando il potenziamento della medicina del territorio è divenuta una priorità assoluta.

Non ci rendiamo conto di come la gestione dell’emergenza sanitaria sia scivolata in una gestione del quotidiano che non è in grado di programmare a medio e lungo termine. Anche nel piano pandemico 2021-2023 proposto dal ministero si prevede che “Se le risorse sono scarse privilegiare pazienti che possono trarne beneficio”. A nostro avviso anche se si riferisce a casi limite (?) è una violazione dei diritti costituzionali dei cittadini, così come la sospensione o il rinvio delle cure no covid.

 

Gaetano Mellia

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