Il Taccuino
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10-04-21
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La Città di Enna ha il nuovo sindaco, anzi, sempre lo stesso, Maurizio Dipietro, sindaco uscente che è stato riconfermato a furor di popolo, così come lo sono state le cinque liste a suo sostegno. Una vittoria che gli va riconosciuta, perché Dipietro ha saputo interpretare e capire cosa voleva la città e la città ha capito cosa voleva da lui.

 

In cinque anni l’amministrazione uscente si è attivata e non si può dire che di cose non ne abbia fatte: dalla igiene pubblica, alle strade, ai lavori pubblici.

Per il cittadino, Dipietro di cose ne ha fatte e ha percepito che tante altre cose si sarebbero potute fare se questo fosse stato riconfermato, e così è stato.

 

Se Dipietro è stato un caterpillar, anche le liste che lo hanno sostenuto non sono state da meno assicurandogli una maggioranza più che solida in consiglio comunale. Da oggi la nuova amministrazione riprende a lavorare per assicurare ancora un futuro migliore alla città.

 

La vittoria di Dipietro ha messo a nudo le debolezze e le fragilità della coalizione guidata da Dario Cardaci. Il Partito Democratico ha avuto un crollo verticale e le due liste che avrebbero dovuto trainare il candidato sindaco hanno determinato una sconfitta così cocente che di fatto azzera la classe dirigente di quel partito. Ma anche le altre due liste sono state un disastro.

Grosso modo liste e candidato sindaco hanno avuto le stesse percentuali e quindi non si è registrato alcun voto disgiunto.

 

Ma è stata fin dall’inizio una coalizione che non ha saputo fare sintesi; Cinquestelle e Cives hanno preferito correre da soli, con un suicidio politico annunciato e con un risultato estremamente catastrofico per i pentastellati e scarso per Cives. Alla fine non solo hanno fatto una pessima figura i candidati sindaco Amato e Bruno, ma non sono entrati nemmeno in consiglio comunale.

Le due formazioni politiche pagano una certa presunzione ed arroganza che le ha portate a fare “da soli” e quindi a sparire. Il M5S pensava di fare molto meglio e di andare al ballottaggio con Cardaci. Ma se questo era il disegno perché uscire dal tavolo delle trattative?

 

Bruno ha di fatto messo la parola fine al progetto Cives. Fin dall’inizio lui ha voluto essere il candidato sindaco, prima della coalizione e poi della sua formazione, forse convinto che fosse la persona giusta al posto giusto. Il risultato finale è che ha distrutto quanto aveva costruito in anni di lavoro. La Lega di Giuseppe Savoca non sfonda e resta fuori dal consiglio.

 

Cardaci era un candidato debole? Può darsi, col senno del poi tutto si può dire e alla luce del risultato finale forse era una candidato debole. Ma chi al suo posto? Nessuno e allora meglio lui.

 

Per sconfiggere un sindaco uscente come Dipietro, forse ci voleva un Pd forte, che non c’è più, una coalizione più ampia che non c’era e un’opposizione forte nei cinque anni trascorsi che non solo non c’è stata, ma è anche apparsa sconclusionata e senza proposte. Di tutto questo la gente se n’è accorta e allora perché votarla?

 

Ora si volta pagina. Al sindaco Dipietro l’augurio di potere fare ancora meglio, alla opposizione l’augurio che sappia fare l’opposizione che deve essere decisa e costruttiva. Crediamo non ci voglia molto!

 

Massimo Castagna

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