Tutto Chiuso! No, tutto aperto! Macchè, mezzo chiuso e mezzo aperto. In Veneto così ed in Sicilia colà, in Campania si ed in Sardegna no: chi ci capisce è un genio. Nel marasma generale che sta devastando il già fragile nostro sistema, ogni giorno è una cosa a se, ogni Regione, Città o rione stabiliscono regole diverse e la confusione diventa angosciante.
Tuttavia è stato concesso a molte categorie di riaprire i battenti, con regole più o meno uguali, ma sta di fatto che molte saracinesche sono state rialzate. Quelle che però restano serrate e senza alcuna prospettiva sono quelle dietro le quali si produce cultura. E’ sempre lei a pagare di più e se l’abberrazione di qualche troglodita resta quella che tanto con la “Cultura non si mangia” ebbene dire che di cultura vivono centinaia di migliaia di lavoratori. Cinema, teatri, biblioteche e gran parte dei musei chiusi, mentre si parla con insistenza di riaprire balere e discoteche. Mah! I paradossi di un Paese morente.
Ma scusate: è proprio dell’altro mondo dire che ridurre la capienza di cinema e teatri per consentire il giusto distanziamento sia la soluzione? O piuttosto è da imbecilli dire che la cosa così è e così resta? A voi il giudizio.
Noi saremo forse gli ultimi in tutte le classifiche ( e non lo siamo), ma la nostra è una Città che di cultura si nutre da sempre. Immaginatela senza i suoi monumenti, senza l’Università, senza il teatro, senza i tanti club e circoli, animatori di mille iniziative di gran livello e avrete il quadro di una Città che non è la nostra. Aspettiamo con ansia qualche novità, ma tutto sembra rinviato al prossimo autunno con un danno per Enna e soprattutto per gli ennesi non quantizzabile, tanto è grave. Immaginatela senza le sue scuole, che come dicevamo qualche settimana addietro, da noi funzionano e peraltro con un’ottima offerta formativa. Anche in questo caso gli strappi in avanti e le repentine marcia indietro non si contano più.
Ora apprendiamo dalle menti che ci governano che a settembre torneranno elementari e forse medie, mentre per le superiori si fantasticano soluzioni da TSO: mezza classe si e mezza no, una classe che entra prima ed una dopo, una parte la mattina ed un’altra il pomeriggio, se possibile all’aperto e per i Docenti parte subito, parte come gli ultra cinquantacinquenni ( che sono la stragrande maggioranza ) dopo un attento monitoraggio. Mah! Paradossi di un Paese morente.
La nostra Costituzione parla di “Scuola” senza differenziazioni di sorta. Allora come si può pensare di considerare i ragazzi più grandi cosa diversa? Forse sono loro gli untori? E’ una delle tante cose che non si capiscono. La DAD è stata una potente soluzione d’emergenza, ma la classe è una piccola comunità insostituibile, rispetto alla quale non è permesso alcun frazionamento o peggio ancora il suo annullamento. Noi vogliamo assistere alle monellerie, ai piccoli dispetti, alla solidarietà fra compagni, alle cartuccelle nascoste per il compito e mai e poi mai assistere ad una generazione di webeti. Ma già, dimenticavo, a scuola si fa cultura e quindi ultima nella classifica delle attenzioni. Mah! Paradossi di un paese morente.
Dario Cardaci
Commenti
Ci siamo lasciati alle spalle i fasti di una volta , la nostra grande storia rimane solo un ricordo che annega nell'attuale mediocrità di un paese e di in popolo in cerca di una nuova identità , avendo smarrito la via maestra , avendo trascurato cultura e valori che una volta sono stati il nostro vanto.
Oh Italia ...Italia di dolore ostello...
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