Poco tempo fa avevamo evidenziato che il declino della natalità, l’emigrazione dei giovani e l’invecchiamento della popolazione ci fotografavano una realtà della provincia di Enna in piena emergenza sociale ed economica. E, con questa consapevolezza, ci accingevamo a riflettere su come invertire il declino di comunità.
Ma ecco inaspettata è sopraggiunta la pandemia che ha sconvolto la vita di ciascuno di noi e delle nostre comunità. Uno shock senza precedenti che ci interroga su come questa esperienza ci sta cambiando e se dobbiamo riportare il mondo nella situazione nella quale si trovava prima del coronavirus.
Il vivacissimo confronto che si è sviluppato, in ogni ambito, è una rappresentazione del dolore e delle sofferenze ma, anche, della prorompente vitalità di chi vuole garantire la socialità delle relazioni.
È una grande opportunità per noi ennesi perché ci costringe a confrontarci con una realtà sociale ed economica, già strutturalmente in declino, che pretende, per sopravvivere, la ricostruzione dei legami sociali ed una visione programmatica di rilancio dello sviluppo economico e sociale.
L’opportunità consiste nel fare convergere tutte le energie di rinnovamento e di partecipazione sprigionate dai cittadini che, innanzi al pericolo di compromettere gli stili di vita democratici, prendono coscienza che è arrivata l’ora di aprirsi, di collaborare e di condividere.
Vi sarà un vigoroso risveglio della partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica?
Non sono più sufficienti i soli propositi e la speranza spesso evanescente di un futuro migliore.
È richiesta la predisposizione di un progetto di sviluppo socioeconomico che si prefigga di invertire la tendenza al declino del nostro territorio.
La nostra comunità deve recuperare la capacità di auto organizzarsi e di far nascere un sistema territoriale di sviluppo integrato che sia in grado di condurre ad unitarietà ed, in una visione comune, ciò che, adesso, è separato e non ambisce a partecipare ad una strategia comune.
Ed è per questo che è urgente una mobilitazione capace di raccordare tutte le energie e le competenze operanti nel nostro territorio per predisporre un piano di sviluppo socioeconomico.
Prioritariamente, è necessario stabilire come fare convergere in un sistema unitario tutti gli apporti istituzionali, sociali, politici ed economici. Il Libero Consorzio Comunale di Enna, il Comune capoluogo e l’università Kore potrebbero farsene promotori con una proposta che indichi come avviare una fase progettuale di un piano di sviluppo che coinvolga, a vario titolo, tutti i soggetti pubblici e privati operanti nel territorio.
Un percorso partecipato da gestire con chiari obiettivi e modalità operative che prevedano la consultazione della società civile e la partecipazione dei cittadini che, se considerati come i pilastri della comunità, possono garantire, con la loro indubbia generosità, il superamento delle immancabili difficoltà operative.
Nell’ambito di questa proposta è indispensabile prevedere prioritariamente una ricognizione ovvero una mappatura della progettualità, già esistente, approvata e finanziata e di tutte le azioni di sviluppo locale in corso di attuazione.
Nella programmazione delle azioni da compiere è necessario prevedere il futuro coinvolgimento delle altre provincie delle aree interne della Sicilia, così da preparare un’inevitabile evoluzione della pianificazione provinciale in un’azione di sviluppo strategico delle aree interne da incardinare in un contesto regionale.
Ma per attuare tutto questo è necessario confutare la mentalità dominante che i progetti si redigono solo se ci sono risorse economiche già disponibili. È provato che quando si sono rese disponibili le risorse economiche, spesso, si è stati sprovvisti di progetti adeguati da candidare per l’ottenimento del finanziamento. Occasioni perdute ed omissioni gravissime.
La nostra comunità deve potenziare la capacità progettuale sulla base delle esigenze effettive e, poi, ricercare le necessarie risorse economiche che è risaputo sono cospicue e disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo. Esse attendono l’intraprendenza di una classe politica e imprenditoriale che sia in grado di proporsi con la credibilità dell’impegno e della visione di uno sviluppo sostenibile.
Nei prossimi mesi auspico un confronto generoso e rigoroso su come definire un’alleanza solidale che si faccia carico, nella reciprocità, della vita di ciascuno. La virtuosa circolarità della solidarietà, in questa fase straordinaria della storia, può fare rinascere un territorio sofferente e disorientato.
Difatti, la crisi del coronavirus ci offre inestimabili opportunità per un nuovo inizio e ci consente, con un’incredibile libertà di scelta e, in mano la bussola del bene comune, di potere andare in qualsiasi direzione.
Gaetano Mellia