Riportiamo in seguito 6 dei dubbi più ricorrenti delle donne in gravidanza. Le risposte seguono pedissequamente le indicazioni del Ministero della salute.
1. Le donne in gravidanza sono più suscettibili alle infezioni o hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di COVID-19?
Non sono riportati dati scientifici sulla suscettibilità delle donne in gravidanza al virus. Tuttavia, la gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, anche in forma più severa.
Il consiglio è sempre quello di mettere in campo tutte le misure preventive necessarie che sono state indicate dal Governo in questi due mesi.
2. Quali sono gli effetti del coronavirus durante la gravidanza?
Non sono riportati dati scientifici sugli effetti di COVID-19 durante la gravidanza.
In caso di infezione, in corso di gravidanza, da altri coronavirus correlati [SARS-CoV e MERS-CoV] sono stati osservati casi di aborto spontaneo, mentre la presenza di febbre elevata durante il primo trimestre di gravidanza può aumentare il rischio di difetti congeniti.
3. Le donne in gravidanza con COVID-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato?
I dati recenti riguardo bambini nati da madri con COVID-19 indicano che nessuno di essi è risultato positivo. Inoltre, il virus non è stato rilevato nel liquido amniotico.
4. Le donne in gravidanza affette da COVID-19 devono necessariamente effettuare un parto cesareo?
In relazione alle attuali limitate conoscenze e agli esiti dell’unico studio effettuato in Cina in cui non è stata dimostrata la presenza del SARS-CoV-2 in sangue da cordone ombelicale, liquido amniotico e latte materno, non vi è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne affette da COVID-19 e rimangono valide le indicazioni attuali sul taglio cesareo.
5. Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono avere contatti con il neonato subito dopo la nascita?
Ogni qualvolta sia possibile, l’opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e neonato, ai fini di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento materno.
Qualora la madre presenti sintomi lievi e si senta in grado di gestire autonomamente il neonato, madre e neonato possono essere gestiti insieme. In questo caso, è applicabile il rooming-in per madre e neonato, applicando le normali precauzioni per le malattie respiratorie a trasmissione aerea.
Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato vengono transitoriamente separati.
La decisione di separare o meno madre-neonato va comunque presa per ogni singola coppia tenendo conto dell’informazione-consenso dei genitori, della situazione logistica dell’ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del SARS-CoV-2.
6. Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono allattare al seno il proprio bambino?
Qualora la madre presenti sintomi lievi, questa potrà allattare al seno adottando tutte le precauzioni possibili per evitare di trasmettere il virus al proprio bambino, lavandosi le mani e indossando una maschera chirurgica mentre allatta. Nel caso si utilizzi latte materno spremuto con tiralatte manuale o elettrico, la madre deve lavarsi le mani e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia degli strumenti dopo ogni utilizzo. Se vi è la possibilità, considerare l’utilizzo di latte umano donato.
Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato dovrebbero essere transitoriamente separati. In questo caso, andrebbe evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno o il ricorso all’uso di latte umano donato.
Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà non essere effettuata in base alle condizioni generali della madre. La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso. L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva, per il proprio neonato, all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale segue protocolli specifici.
Vogliamo ricordare a tutte le mamme, che bisogna assolutamente prevenire, ma non vivere con ansia eccessiva questo periodo storico. Seguendo le linee guida del Ministero della Salute, si possono evitare stati patologici e vivere tranquillamente la propria quotidianità. La serenità fa bene a mamma e bambino.
Alle mamme di domani vanno i nostri migliori auguri e un grande in bocca al lupo.