Il Taccuino
DEDALOMULTIMEDIA
06-03-21
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Tra qualche settimana il 20 ed il 21 settembre si terrà il referendum costituzionale per decidere se confermare o respingere il taglio PARLdi deputati dagli attuali 630 a 400 e senatori da 315 a 200 votato dal parlamento nell’ottobre del 2019 dopo un lungo e non sempre lineare iter politico e legislativo.

E nonostante il referendum riguardi una modifica della costituzione in una parte che riguarda il parlamento e la sua capacità di rappresentare il popolo italiano, in questi giorni il nostro interesse è rivolto sulle elezioni amministrative che ad Enna ed in altri comuni della Sicilia si terranno il prossimo 4 ottobre.

Non vi è dubbio che la crescente mobilitazione dei cittadini sui temi che riguardano il futuro delle nostre città è da considerarsi una priorità da sostenere e valorizzare. Soprattutto perché i cittadini ricercano i propri rappresentanti nel ricorrente tentativo, non sempre soddisfatto, di selezionare una classe dirigente capace ed autorevole.

Però, non ci possiamo permettere, considerata la concomitanza del referendum e delle elezioni amministrative e regionali, di trascurare il tema della riforma costituzionale quasi a pensare che non produrrà significative conseguenze nel funzionamento della democrazia parlamentare.

Non sfugge a nessuno che affrontando la questione solo dal punto di vista della riduzione dei parlamentari si produce un incremento del potere politico delle leadership che, invece, nelle motivazioni dei promotori della legge, si vorrebbe ridurre.

Una contradizione che non si può sottovalutare anche perché la principale motivazione su cui convincere i cittadini è basata sul contenimento della spesa del funzionamento del parlamento e sulla riduzione della cosiddetta casta.

Tali motivazioni alimentate dai cattivi esempi dei parlamentari che anziché essere affrontati nel merito con modifiche di regolamenti e norme sanzionatorie si è preferito seguire la scorciatoia dell’antipolitica estesa a tutti come se la responsabilità di atti individuali motivasse un giudizio negativo generale sull’unica istituzione di rappresentanza del popolo italiano.

La esasperazione dei giudizi e della propaganda politica ha indotto a far esprimere giudizi estremi di inutilità del parlamento che se assecondati rappresenterebbero un attacco alla democrazia.

Spiace constatare che la miope strategia dei rappresentanti politici ha generato la sola riduzione dei parlamentari senza affrontare la questione più importante del bicameralismo perfetto e dell’affidamento alle due camere di identiche funzioni e compiti.

La riduzione dei parlamentari è possibile in un contesto di riforma complessivo che sia capace di stabilire con chiarezza come fare evolvere la nostra democrazia parlamentare, garantendo gli equilibri previsti in costituzione tra il potere legislativo e quello di governo.

La tesi di chi sostiene che il taglio dei parlamentari è un primo passo dimostra di non avere una visione chiara ed un progetto politico condiviso di riforma della nostra democrazia. Anzi per i più esigenti tale impostazione volutamente resa parziale diviene motivo di inquietudine e di preoccupazione.

 

Gaetano Mellia

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