Il Taccuino
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10-04-21
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La pandemia che ha investito il pianeta, qui in Italia sembrerebbe essere alla fine e al sud, in particolare in Sicilia, dove il contagio è stato contenuto, tutto sommato bene, lascia ben sperare affinché nella prossime settimane si possa gradualmente ritornare alla quasi normalità. In provincia di Enna, dopo un paio di settimane terribili, oggi si può dire che il peggio è passato. Ovviamente con le dovute precauzioni la gente potrà ritornare a fare liberamente quello che vuole.

Come tutti sanno l'asp di Enna ha deciso a suo tempo che l'ospedale Umberto I fosse il centro Covid della provincia, trasferendo parecchi reparti a Piazza Armerina.

Il direttore generale ha spiegato che la scelta di Enna era la migliore perché aveva tutte le caratteristiche tecniche e di personale per assolvere a tale funzione. Noi pensiamo che, anzicchè, smantellare un ospedale, forse sarebbe stato più giusto utilizzare altri ospedali come la stesssa Piazza Armerina o Leonforte che se carenti in qualche cosa in termini di attrezzature, attraverso la protezione civile regionale si sarebbe potuto comprare tutto quello che occorreva in pochissimi giorni.

Ora, comunque, che le cose si stanno mettendo al meglio grazie al lavoro di medici ed infermieri, appare opportuno programmare il futuro per fronteggiare una eventuale ondata di ritorno del virus che stavolta non coglierà più nessuno impreparati.

Intanto, bisognerà che tutti i reparti trasferiti a Pazza Armerina facciano ritorno alla base, anche se al Chiello, per esempio, potrebbe essere lasciata la dermatologia e farlo diventare un polo di eccellenza, mentre a Leonforte, sempre per esempio, si potrebbe potenziare la riabilitazione diventando punto di riferimento per la Sicilia centrale.

Per fare tutto ciò occorre utilizzare al più presto l'ex Ciss a Pergusa; una mega struttura che potrebbe, questa sì, diventare un Covid Hospital con 140 posti letto. Si tratta di una struttura praticamente finita e, comunque, i soldi per il completamento ci sono e ammontano a 3, 2 milioni di euro dei quali 1,2 milioni per il completamento esterno, la cabina elettrica e gli allacci e 2 milioni per gli arredi.

Una struttura che non metterebbe in difficoltà nessuno dei 4 ospedali della provincia, che darebbe la possibilità di assumere eventualmente altro personale e, cosa importante una riattivazione completa dopo decenni di abbandono e pensare in un futuro certo non lontano, ad un grande centro di riabilitazione a 360 gradi: dalla neuro motoria, alla cardiaca ecc. ecc.,  ma che può diventare centro covid in caso di necessità.

Senza contare poi tutto l'indotto. In pratica una vera e propria fonte di ricchezza per il territorio.

Inutile dire che di problemi economici non ce ne sarebbero, perché potrebbe intervenire la Protezione Civile che non solo metterebbe i soldi, ma abbatterebbe i tempi biblici per l'acquisto di attrezzature varie, con gare di appalto, ricorsi e contro ricorsi.

E' questa, a nostro avviso, una occasione da non lasciarsi sfuggire e ripensare ad una nuona sanità pubblica, magari, vogliamo essere ottimisti, sganciata da quella politica affaristica che l'ha ridotta al lumicino per interessi personali.

Siamo certi che l'ex Ciss potrebbe diventare un punto di riferimento regionale e potrebbe rientarre a pieno titolo nel Piano Regionale di Emergenza Covid.

In questo modo si direbbe anche basta al campanilismo stupido e becero di questi anni che ha portato all'impoverimento dei quattro ospedali della provincia.

Massimo Castagna

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