Gli esseri umani siamo abituati a dare valore a tutto. Modifichiamo, alteriamo e prendiamo costantemente decisioni sulla nostra vita in base al prezzo delle cose. Per questo siamo molto abituati a parlare del valore delle cose. Quanto ci costa un biglietto aereo economico o costoso, la riduzione che otteniamo sul prezzo di un acquisto, sul prezzo di un viaggio o di un corso di inglese. Anche promozioni e sconti, siamo dipendenti da sconti. Il prezzo è una leva decisionale fondamentale nella nostra vita, facciamo o smettiamo di fare le cose in base a quanto costano.
Ora, mi chiedo: questo vale anche per la vita? La vita umana ha un prezzo? Molti diranno che la vita umana non ha prezzo, che è qualcosa di inestimabile, unica, che ogni persona è un mondo a sé, irripetibile e incomparabile. Non esistono due esseri umani uguali, quindi ogni vita che finisce è insostituibile. Con la morte della persona, ciò che la rendeva unica scompare con lei.
Quest'ultimo non sembra essere il caso nel mondo di oggi, perché dal momento che la vita, o meglio dire ‘l'opportunità di continuare a vivere’’, diventa fonte di guadagno, la vita non è più inestimabile, ma ha un valore, e quantificabile, e molte persone sono disposte a sacrificare vite per guadagni finanziari.
Mi riferisco ovviamente all'industria farmaceutica. Questo è un business globale e, come tale, mira a realizzare un profitto in ogni momento per i suoi proprietari e azionisti. Il problema sembra piuttosto essere che l'industria farmaceutica è un business fondato su una parte molto vulnerabile della nostra civiltà: il recupero e la conservazione della salute degli esseri umani. Ed ecco il nocciolo del problema: fare soldi curando.
E che cosa succede quando qualcosa minaccia questo privilegio? Ebbene, prendiamo ad esempio la guerra contro l'idrossiclorochina e la possibilità di curare il covid-19 in modo semplice ed economico. L'uso di questo farmaco è stato violentemente attaccato dalle principali aziende farmaceutiche e da medici ad essi collegati, dall'EMA , dall'AIFA , dall'OMS ,e da politici incompetenti o collusi
Questo mi ricorda quello che è successo con il Prof. Luigi Di Bella. Questo illustre medico aveva sviluppato un trattamento alternativo per il cancro, che utilizzava farmaci esistenti e aveva risultati incredibili contro questa malattia. Per anni il Prof. Di Bella è stato vittima di attacchi che hanno finito per distruggere la sua reputazione e quella delle sue cure, così come ora sta accadendo con l'idrossiclorochina.
Perché succede questo? Perché entrambi minacciano gli interessi economici delle grandi aziende, il cui compito è vendere trattamenti costosi per lungo tempo, e non una cura economica ed efficace.
Per questo mi sono chiesto all'inizio di questa lettera quanto vale la vita. Ovviamente il valore della vita oggi è molto poco, dal momento che migliaia di persone sono morte quando in realtà avrebbero potuto essere curate e salvate , così come hanno fatto tantissimi medici che curando sul territorio, e assumendosene in pieno le relative responsabilità hanno applicato protocolli idonei, vedi il meritorio Movimento Ippocrate di Mauro Rango, andando contro le indicazioni dell'AIFA la quale consigliava ai medici del territorio di mantenere in " VIGILE ATTESA " e somministrare TACHIPIRINA ai propri pazienti, con il risultato che dopo 7/10 giorni erano costretti al ricovero urgente ospedaliero e molti direttamente in terapia intensiva, e tanti - molti successivamente morti. Ma no, ovviamente gli "INTERESSI" per i vaccini sono stati e sono più forti della vita stessa.
Il nostro dovere - e quello delle nuove generazioni - è modificare questa equazione e rimettere la PERSONA UMANA al centro di tutto, al centro dell'UNIVERSO
Alfredo Vasta
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