Sotto ogni pietra di ogni castello si nasconde una storia, una leggenda, un universo intero di immaginazione: da Catania ad Agrigento, da Trapani a Siracusa, la Sicilia non ha nulla da invidiare alla francese valle della Loira se parliamo di castelli e fortezze, tanto da meritare un tour dedicato. Oltre duecento edifici risalenti alle più svariate epoche sono quelli che ancora oggi costellano l'Isola sopravvissuti al tempo e alle intemperie. Dal regno normanno con le sue torri cintate da mura alle reggie dorate e romantiche del Quattordicesimo secolo le fortificazioni sono testimoni viventi del passato feudalesimo, delle dominazioni e degli stili architettonici che si sono succeduti nei secoli.
Il castello di Lombardia, edificio simbolo della città di Enna, è un imponente fortezza che si erge sul punto più elevato della città. Con i suoi 26.000 m² di superficie è uno dei castelli di epoca medievale più grandi d'Italia, assieme al castello di Brescia e al castello di Lucera. Il castello di Lombardia deve il suo nome a una guarnigione di soldati lombardi posta a difesa dell'antica fortezza durante la dominazione normanna della Sicilia. Il castello di Lombardia odierno affonda le sue radici in un maniero che i Sicani, incalzati dall'avanzare dei Siculi oltre due millenni fa, eressero sulla parte più alta della montagna, 970 m circa s.l.m., su cui fondarono Henna. La fortezza consentì alla città, che nacque attorno ad essa, di assumere un ruolo di primo piano prima nel popolo sicano, un cui re visse tra le mura del maniero, e poi tra le polis greche dell'Isola, divenendo un'ottima roccaforte militare tanto difficilmente espugnabile che i Romani dovettero passare dalla rete fognaria per conquistarla. Sotto al castello, esisteva già la rocca di Cerere, su cui sorgeva il tempio, descritto da Cicerone, che i Sicani avevano eretto per esprimere il culto della dea delle messi, che da Henna si sarebbe poi diffuso in tutto l'impero romano. Il fatto che il castello dominasse la Rocca, era un segno di protezione del potere militare sul culto di Cerere. Nel medio evo il castello di Lombardia conobbe il culmine della sua importanza strategica; il castello, la cui fama si estese oltre i confini siciliani come di uno dei più inespugnabili d'Italia, fu una roccaforte d'assoluta eccellenza in cui, per due volte, fu riunito il Parlamento del Regno di Sicilia. Nell'atrio o piazzale degli Armati, tra muraglie in pietra antica e torri, ha avuto sede il cosiddetto "Teatro più vicino alle Stelle" particolare per ambientazione e scenografia. Vi si sono esibiti Vasco Rossi e i Pooh, Katia Ricciarelli e tanti altri personaggi di successo della lirica.
Partiamo dal "Castello di Venere" a Erice: nasce nel Tredicesimo secolo come fortezza difensiva come si vede ancora oggi dal piobatoio (buchi nelle mura attraverso cui si combattevano i nemici). Dal belvedere si osserva un panorama immenso: da Trapani con le isole Egadi fino al monte Cofano e perfino Ustica. Lo hanno voluto i normanni, che hanno edificato sul monte San Giuliano sui resti di un santuario già esitente dedicato alla dea Venere, era considerato uno dei punti più sicuri del paese e i regnanti lo hanno scelto come dimora successore dopo successore per via della estrema inaccesibilità delle mura e delle alte torri (Torri del Balio) che oggi sono visibili solo in parte.
Il forte spagnolo di Portopalo è una rara fortezza svevo-aragonese che nasce per difendere la città dai pirati: anche questo castello è a pianta quadrata ed è quasi senza finestre. Per entrarci si passa su una curiosa scalinata a due rampe a forma di L: sono tante le variazioni fatte alla struttura, ma oltre a questa scala, è rimasto sul portale lo stemma dell'aquila reale. All’estremità dell’isola di Ortigia, a Siracusa, ecco il castello di Maniace (nella foto) prende il nome del comandante bizantino Giorgio Maniace e risale al 1038. Oggi è sede di mostre e incontri culturali e si presenta come un salone unico con dei camini agli angoli. È uno dei più preziosi documenti del periodo svevo a Siracusa. A trasformarlo in castello è stato, a metà del 1200, Federico II e diventa anche prigione dopo la guerra tra angioini e aragonesi. I danni subiti dal terremoto del 1693 e dalla forte esplosione del 1704 non si contano ma è stato ristrutturato secondo la voga barocca, pur mantendo invariata la pianta (quadrata) e le 4 torri cilindriche ai lati.
Andiamo ora a Ragusa, dove si erge il Castello di Donna Fugata che poi non è un vero e proprio castello ma una casa privata dell'Ottocento. Dietro il nome ecco una leggenda, anzi due: quella della regina Bianca di Navarra che scappa dal matrimonio di interesse con Bernardo Cabrera (donna fugata, scappata) e quella del nome arabo "Ayn as Jafat" (fonte della salute).
In ogni caso, la struttura di tre piani e quasi 130 stanze è circondata da un enorme parco di otto ettari con pure un tempietto, una Coffee House, grotte artificiali e un interessante labirinto in pietra. Risale al Diciassettesimo secolo ma fino al Ventesimo è stata modificata con il risultato di una mescolanza di stili che vanno dal gotico veneziano (le bifore e i rosoni) al tardo-rinascimentale. All'interno dei diversi saloni ci sono statue neoclassiche, stucchi, trompe-l'oeil e pregiati decori.
Una delle fortezze più importanti del bacino Mediterraneo era la Cittadella di Messina, costruita dagli spagnoli nel 1500 con l’intento di controllare le sommosse popolari (come il palermitano castello a mare, di cui parliamo qui). È a pianta pentagonale ed è circondata dall’acqua ma per rendere la fortezza più inespugnabile su ogni suo lato sono stati fatti nche dei bastioni a cuneo. Oggi ne resta ben poco: il suo tracollo inizia nell'Ottocento con i Borboni che ne demolirono le mura.
Il castello di Paternò è uno dei monumenti normanni più notevoli: maestoso nei suoi 34 metri di altezza domina il paese da una rocca dal 1072 per volere di re Ruggero. Nel 1221 fu destinato a Federico II (ancora lui) perché vi soggiornasse per riposare. Dal Quattrocento la fortezza è usata dai Moncada come carcere fino al 1860, quando passa nelle mani del demanio Borbonico. Tra i suoi tre piani troviamo anche una cappella ricavata da una nicchia nello spessore murario, un grande salone con quattro bifore e una galleria con due enormi bifore.
Edificato nel Trecento dai Chiaramonte e per questo noto anche con il nome di “Castello Chiaramontano”, Il castello di Naro è stato dichiarato monumento nazionale nel 1912. A ovest della torre è stato murato uno scudo aragonese e sul lato est si possono ancora ammirare due bifore gotiche che danno luce alla “Sala del Principe” del primo piano. La cinta muraria è imponente ed è intervallata da due torri cilindriche e due quadrangolari: all’interno c'è una grande corte interna con pure un pozzo la cui cisterna è stata anche usata come prigione. Parte del castello è stato trasformato in museo e un'ala in un laboratorio di restauro.
PROPOSTA PROGETTUALE
La mia concezione di ospitalità è concentrata sulla necessità di far rivivere la magia di un autentico castello d'epoca restaurandoli. Creando una sala ristorante con delle ricette medievali attinte della tradizione locale e una ricerca dei prodotti che caratterizzano il territorio con vini locali. Le residenze potranno trasformarsi anche in una cornice ideale per ospitare matrimoni, ricevimenti, meeting e congressi. Nelle camere e nelle suite, alcune potranno avere vasca idromassaggio, l'eleganza austera degli edifici medievali si potranno fondere con le tecnologie e le comodità che si trovano nei migliori hotel in Sicilia. La vista sulla campagna è una carezza per l'anima. La Sicilia è la destinazione ideale per chi vuole concedersi una vacanza dedicata alla gastronomia di alta qualità e vini degni di principi. Questi rappresentano gli elementi fondamentali per una vacanza davvero indimenticabile, all’insegna dei templari.
I castelli ristrutturati e trasformati possono diventare hotel di charme, conservandone però l’autenticità e lo spirito di un luogo fuori dal comune.
Tali castelli sono circondati da magnifici parchi nei dintorni con vegetazione mediterranea queste sono le caratteristiche ideali per incrementare il turismo in Sicilia collegandoli con gli aeroporti ed i pulman per vacanze da sogno ove potranno rivivere le gesta e le feste medievali all’interno dei castelli come la festa federiciana ad Enna.
Arch Fabrizio Vella
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