Vladimiro Crisafulli e uomo che non le manda a dire le cose; aveva avvertito da tempo che Renzi e il suo proconsole in Sicilia, Davide Faraone avrebbero portato il partito al disastro. Oggi a cose fatte lo abbiamo avvicinato.
- Sen. Crisafulli si aspettava un risultato così negativo per il centrosinistra e per il Pd in particolare?
“All’indomani del voto per le elezioni regionali non c’era certamente da stare allegri, con scelte compiute sulle candidature che hanno messo a dura prova la tenuta del Partito Democratico. Basti pensare al percorso che ha dapprima portato ad individuare il Rettore Fabrizio Micari quale candidato sull'onda del cosiddetto modello Palermo, fatto salvo poi vanificare la bontà di tale scelta, soprattutto per la figura individuata, al momento in cui si dovevano fare le liste a supporto di tale scelta, con un percorso che ha veramente del grottesco e che ha finito per depotenziare in partenza la campagna elettorale, pur generosa, condotta dallo stesso Micari. Nonostante ciò il PD e i suoi alleati erano riusciti a non arretrare in maniera così drammatica come è invece avvenuto in occasione delle elezioni politiche dove, cosa mai successa, il partito raccoglie meno consensi rispetto alle regionali e tutto ciò nonostante l’apporto di Sicilia Futura e di Leoluca Orlando. “
- Di chi sono le responsabilità?
“Ovviamente le responsabilità sono da ricercare in chi ha preteso, soprattutto alle politiche, di individuare candidature slegate dal territorio che, alla prova del voto, si sono rivelate velleitarie perché basate su percorsi personalistici scollegati dalla struttura organizzata e dal gruppo dirigente diffuso del partito. Le battaglie, soprattutto quelle più difficili come quella delle elezioni politiche, non si vincono certamente da soli contro tutti, né producendosi in dannose campagne acquisti di sindaci e parlamentari, incomprensibili agli occhi degli elettori. Ma c’è di più. In questi anni il mezzogiorno e la Sicilia sono praticamente scomparsi dall’agenda di governo e con loro le fasce più deboli della società che al momento del voto hanno visto il PD come un corpo estraneo. Di tutto ciò sono responsabili Renzi e ancor di più i suoi proconsoli, in particolare quello siciliano, ovvero Davide Faraone.”
- Tuttavia neanche chi ha tentato di rappresentare i valori della sinistra più tradizionale, proprio in rottura con il PD, ha avuto maggiore fortuna.
“Il fatto che il progetto di Liberi e Uguali non sia riuscito ad intercettare nemmeno in minima parte il consenso in uscita dal PD ci deve portare a riflettere sulla necessità di tornare ai valori fondanti che portarono alla nascita del Partito Democratico ovvero un partito ampio ed inclusivo nel rispetto delle regole, a vocazione maggioritaria, con solide radici nella tradizione progressista e riformista italiana. “
- E quindi da cosa si deve ripartire?
“Intanto vorrei far notare che, per quanto ci riguarda, chi voleva spianarci è stato spianato. Mi spiego meglio: se nonostante il bombardamento che abbiamo subito in questi anni siamo riusciti a resistere e a limitare i danni e a non scomparire, lo dobbiamo ad una struttura organizzata costruita negli anni. Quindi bisogna ripartire dal basso, dai territori e dai gruppi dirigenti locali, riprendendo una logica di apertura soprattutto in tema di individuazione delle candidature, tornando al coinvolgimento della società civile che ha fatto la fortuna del centrosinistra negli anni passati e che è stata vanificata da una logica di chiusura e di fedeltà all’uomo solo al comando che non ci appartiene e che il nostro elettorato ha dimostrato di rifiutare.”
Massimo Castagna