Oramai il Partito Democratico non esiste più. La direzione nazionale di questa notte che ha dato il via libera alle candidature, ha sancito la fine di questa partito o qualcosa del genere.
Il segretario nazionale Matteo Renzi ha infatti preteso tutti i suoi uomini ai primi posti delle liste, cosa questa che ha fatto infuriare Orlando ed Emiliano che hanno abbandonato la direzione in segno di protesta.
In Sicilia poi, Matteo Renzi ha vinto anche qui la battaglia delle candidature, ma da qui a vincere la guerra delle elezioni ce ne passa.
Ai primi due posti di uninominale, plurinominale e senato ci sono solo uomini di Renzi, unica eccezione Fausto Rciti segretario regionale. Ad esultare Angelo Argento renziano ennese di Roma : “Con la candidatura dell'amico Fabio Venezia nelle liste del Partito Democratico nel Collegio di Enna si chiude un ciclo che e mi ha visto impegnato in prima linea per riportare anche nel Partito Democratico ennese il confronto democratico e il rispetto per tutte le anime che lo hanno fondato.”
Per rendersi però conto di come stanno le cose ecco la dichiarazione di Peppe Provenzano dirigente nazionale con responsabilità sul mezzogiorno: “Stanotte, in Direzione del Pd, dopo una giornata gestita in modo vergognoso dai suoi vertici, ho appreso di essere stato inserito nella lista plurinominale di Agrigento-Caltanissetta, al secondo posto (una posizione eleggibile, secondo la segreteria) dopo l’on. Daniela Cardinale, figlia di Salvatore. Ho ringraziato, ma ho declinato. La richiesta di una mia disponibilità, raccolta da Andrea Orlando e da tutta la minoranza del Pd, immagino fosse soprattutto dovuta al mio impegno per il Mezzogiorno. Non credevo però che, nel 2018, al Sud ci si dovesse impegnare ancora per l’abolizione dell’ereditarietà delle cariche pubbliche, principio sancito ormai secoli fa. Contro questa ricandidatura - frutto non delle capacità dell’onorevole ma delle pratiche trasformiste del padre - si era espresso, con proteste coraggiose e molto partecipate, il Pd dell’intera mia provincia d’origine. Per me quella terra vuol dire molto, soprattutto una cosa: la dignità. Io ho avuto rispetto di questa battaglia, contro questo residuo di feudalità. E come avrei potuto metterci la faccia? Così stanotte ho preso la parola per togliermi dalla lista e spiegare le mie ragioni.”
Secondo alcune indiscrezioni la “rivolta” in Sicilia è cominciata e in tutte le province si registrano forti malumori per l'operato della direzione nazionale. Ad Enna si parla con insistenza di un'auto sospensione dal partito di Crisafulli, Garofalo e alcuni dicono anche Mario Alloro. Insomma se la notizia dovesse trovare conferma nelle prossime ore si tratterebbe della quasi totalità del partito.
Solo dopo poche ore dalla direzione nazionale è iniziata la fronda contro Renzi e non è finita qui.
Renzi ha vinto una battaglia, ma rischia seriamente di perdere la guerra.
Massimo Castagna