Il Taccuino

L'Inps in mano ai furbi. Per partecipare ad un concorso bisogna pagare

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L’Inps dopo 10 anni torna ad assumere e bandisce un concorso per 365 funzionari laureati. Il bando verrà pubblicato nella gazzetta ufficiale dello Stato nei prossimi giorni. Possono partecipare al concorso solo i laureati in Economia e commercio, Ingegneria aziendale e Giurisprudenza. Per partecipare è necessario che i candidati siano in possesso della certificazione di competenze linguistiche B2 di Inglese. Possono rilasciare la certificazion e richiesta solo gli istituti privati riconosciuti dallo Stato a seguito del decreto del direttore generale del Miur, Ministero della Pubblica istruzione, n. 118 del 27 febbraio 2017.

Tradotto in soldoni se vuoi fare questo concorso non ti basteranno solo i soldi per la trasferta, eventuali pernottamento, biglietti ecc.ecc., no. A questi bisognerà aggiungere tra 800 e 1000 euro per pagare il certificato. Ci ricordano le vecchie formule utilizzate anche per l’assunzione e la formazione di insegnanti i quali per partecipare ai bandi debbono sempre investire somme anche cospicue. Considerato poi che il novanta per cento di chi presenterà domanda è un disoccupato siamo in presenza di un nuovo “salasso sulla speranza” sulle tasche di chi reddito non ha. Ma c’è anche un aspetto oltremodo comico che la dice lunga su quanto lo Stato stimi e abbia in considerazione il lavoro delle proprie scuole. Decreti, circolari e qualsiasi altra roba che porti firme e timbri del Miur o sue diramazioni come, in particolare, il “Profilo Educativo Culturale e Professionale dei Licei, per la parte dedicata al Liceo Linguistico” affermano esplicitamente che:
"Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni a tutti i licei, dovranno:
1) avere acquisito in due lingue moderne strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento; 
2) avere acquisito in una terza lingua moderna strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento; 
3) saper comunicare in tre lingue moderne in vari contesti sociali e in situazioni professionali utilizzando diverse forme testuali; 
4) riconoscere in un'ottica comparativa gli elementi strutturali caratterizzanti le lingue studiate ed essere in grado di passare agevolmente da un sistema linguistico all'altro; 
5) essere in grado di affrontare in lingua diversa dall'italiano specifici contenuti disciplinari; conoscere le principali caratteristiche culturali dei paesi di cui si e studiata la lingua, attraverso lo studio e l'analisi di opere letterarie, estetiche, visive, musicali, cinematografiche, delle linee fondamentali della loro storia e delle loro tradizioni; 
6) sapersi confrontare con la cultura degli altri popoli, avvalendosi delle occasioni di contatto e di scambio."

Quindi se la lingua italiana non mi inganna i diplomati dei licei linguistici italiani hanno una preparazione di “livello B2” rispetto almeno due lingue studiate. Coloro che hanno studiato l’inglese dovrebbero essere in possesso di tale certificazione poiché hanno superato un esame di maturità riconosciuto e finanziato dallo Stato. E’ lo Stato che ha investito somme sulla preparazione di questi diplomati e se gli studenti hanno “acquisito in due lingue moderne strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento” certifica con un diploma la preparazione avuta. Per non far le pulci un laureato già diplomato al liceo linguistico dovrebbe poter partecipare al concorso dell’Inps senza problemi. E invece no. Anche se è lo Stato stesso, la massima autorità in Italia, a riconoscere a quei studenti tale capacità non riconosce sufficiente il diploma che lui stesso ha rilasciato e richiede un nuovo esame, costoso, in un istituto privato affinchè un soggetto possa dirsi portatore di competenze. Siamo al solito gioco delle tre carte. Mi domando ma il valore del diploma rilasciato dallo Stato non ha alcun valore? O siamo in presenza di una vera e propria tassa sulla speranza estorta a tanti giovani preparati professionalmente da scuole e università che dovranno bussare ancora una volta alle tasche dei genitori?

E comunque ci chiediamo ancora, che necessità ha l’Inps di richiedere una certificazione delle competenze, perché in sede di esame del concorso non le certifica lo stesso istituto?

“A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca” amava ripetere una vecchia volpe della politica della prima Repubblica. Una manna per gli istituti privati nell’elenco del Dlgs n. 118 che in meno di un mese potranno drenare somme davvero consistenti. L’Inps dove i furbi studiano come fare pagare gli altri non si è smentito neanche questa volta.

Massimo Castagna