Salute

DEDALOMULTIMEDIA

Sabato, 02 Dicembre 2023

 1000X200px RIBASSATI E BLOCCATI


 69d0595d 0b83 4f79 8c9a db72ba7f7788

Il termine melena indica la presenza di sangue nelle feci, che assumono una colorazione scura, una consistenza untuosa (catramosa) e un cattivo odore. Tale aspetto è conferito dall’ossidazione dell’emoglobina da parte dei succhi acidi e/o dei batteri intestinali: la melena suggerisce una permanenza relativamente lunga (almeno 8 ore) del sangue nell’intestino.woman 3186730 1280

Non si tratta dunque di una malattia bensì di un segno, del quale è sempre opportuno ricercare la causa: in altre parole è necessario identificare la sede e la conseguente entità dell’emorragia, che potrebbe avvenire con uno stillicidio oppure in quantità più rilevanti.

Esiste un altro fenomeno che comporta la presenza di sangue nelle feci, l'ematochezia. Vediamo in cosa differiscono i due disturbi.

Aspetto delle feci

Cosa indica

Melena

Colorazione scura
Consistenza untuosa
(catramosa)
Cattivo odore

Una permanenza relativamente lunga (almeno 8 ore) di

sangue nell’intestino

Ematochezia

Colore rosso vivo

È indice di una provenienza del sangue molto più vicina

all’ano, come per esempio in caso di emorroidi

L’elenco delle cause di melena è alquanto ampio ed eterogeneo: varici esofagee, gastrite, ulcera gastrica o duodenale, malattia di Crohn o colite ulcerosa, polipi, diverticoli, infezioni gastrointestinali, pancreatite, tumori sono i fattori più comuni, dei quali è bene chiarire alcuni elementi fondamentali, come la sede (8 volte su 10 al di sopra del duodeno), l’estensione, l’eventuale coinvolgimento di strutture vicine, il decorso e così via.

Fino a quando non viene posta una diagnosi precisa non è dunque possibile stabilire la terapia né tantomeno formulare una prognosi. Va poi considerato che alcune condizioni, come per esempio ulcere e varici esofagee, possono andare incontro a recidiva.

È sempre bene verificare se si tratti realmente di melena oppure no: un aspetto insolito e vagamente simile delle feci può essere infatti legato all’assunzione di ferro, carbone alimentare, liquirizia, barbabietole o mirtilli.

Prima ancora degli accertamenti di laboratorio e strumentali, lo stato generale dell’individuo è un indicatore molto importante.

Come accennato e facilmente intuibile, un sanguinamento lento ha maggiori probabilità di essere scoperto a distanza di tempo, in quanto il più delle volte si accompagna a un’anemizzazione graduale, mentre una perdita massiva, spesso improvvisa, può portare a un rapido decadimento clinico, fino al rischio di shock emorragico, con necessità di intervento chirurgico d’urgenza.

Va osservato inoltre che la melena, in almeno la metà dei casi, si associa a ematemesi, ossia a vomito con sangue (in questo caso con aspetto per lo più “a fondo di caffè”, a seguito della digestione gastrica).

Altrettanto comune è l’aumento dell’azotemia, dovuto all’assorbimento intestinale dell’emoglobina e delle proteine plasmatiche. Un ulteriore elemento da considerare è la preesistenza o compresenza di malattie, per esempio a carico di fegato, rene, tubo digerente, sistema della coagulazione, o la pratica di particolari trattamenti farmacologici, radio- o chemioterapici.

Alla luce di quanto sin qui esposto si può facilmente comprendere perché non c’è una terapia univoca. Gli obiettivi prioritari sono naturalmente la stabilizzazione delle condizioni generali (per esempio della pressione arteriosa), la prevenzione/correzione dell’anemia e il ripristino di una adeguata coagulazione. Si sceglieranno pertanto, a seconda dei casi, strategie farmacologiche oppure chirurgiche, in presenza di vasi sanguinanti, ulcere estese o tumori.

 

Dott. Eduardo Campione

Medico Chirurgo

Commenti offerti da CComment