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Sabato, 02 Dicembre 2023

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L’Urologia dell’Ospedale Umberto I gode ormai di una certa fama da anni, prima con il dott. Michele D’Anca, oggi con il dott.equipe urologia Giovanni Bologna, la tradizione della buona sanità continua e si registra una affluenza in reparto piuttosto notevole con molti ingressi da altre province.

I numeri parlano chiaro, 540 interventi di cui 220 di chirurgia maggiore per tumore di rene prostata e vescica, 150 per il trattamento della calcolosi urinaria. 

  • Dottore Bologna, dai dati in nostro possesso sappiamo che l’unità operativa da lei diretta in questo anno ha effettuato 220 interventi di chirurgia maggiore per tumore di rene, prostata e vescica. Quali sono le tecniche impiegate?

“Sì, le tecniche impiegate, a seconda della patologia trattata, si differenziano tra “chirurgia open” e “chirurgia endoscopica”. La maggior parte viene effettuata, per quanto riguarda il tumore della vescica, con una chirurgia endoscopica. Per quanto riguarda invece la patologia tumorale renale e prostatica, oltre alla chirurgia tradizionale “open”, quindi col famoso taglio della prostata o del rene, da circa un anno abbiamo attivato le procedure laparoscopiche, quindi un’evoluzione delle tecniche chirurgiche che permettono un risparmio del vecchio taglio. Un intervento fatto con mininvasività, sia dal punto di vista estetico, sia funzionale, perché la chirurgia laparoscopica, nei casi in cui è previsto il suo utilizzo, permette una ripresa del paziente più veloce, un minore tempo di degenza e un inferiore rischio di complicanze.”

  • Quanto viene assorbita l’urologia di Enna dalle patologie oncologiche? E in che termini?

“L’assorbimento è abbastanza rilevante per due motivi. Il primo, perché si è notato purtroppo un aumento dell’incidenza di queste patologie, soprattutto per quanto riguarda il tumore della vescica: lo stile di vita, il fumo e i fattori ambientali e alimentari hanno portato a un sempre maggiore incremento. In questi ultimi anni, oltretutto, soprattutto post pandemia, molti pazienti non si sono più controllati come una volta, e quindi abbiamo avuto il riscontro di forme più avanzate e aggressive del tumore, che hanno richiesto un intervento più radicale. Il secondo motivo, che da un lato ci riempie d’orgoglio, ma dall’altro ci opprime, è l’arrivo dei pazienti dalle zone limitrofe, dove alcuni reparti di urologia, soprattutto in provincia di Caltanissetta sono in fase di dismissione o in uno stato di carenza. Perciò è aumentata la richiesta proveniente da fuori provincia.”

  • E quali sono le altre patologie che trattate e di quali attrezzature vi servite?

“Sicuramente è da annoverare il trattamento della calcolosi renale. Si tratta di una patologia molto frequente e che purtroppo richiede spesso, oltre al trattamento farmacologico, anche il trattamento chirurgico, soprattutto endoscopico. Ma per la calcolosi abbiamo tutto ciò che tutto ciò che ci può servire: dalla semplice litotrissia extracorporea, e cioè un trattamento dall’esterno, della cui attrezzatura disponiamo in sede; al trattamento endoscopico in sala operatoria, grazie alla possibilità di poter utilizzare un laser di ultimissima generazione, che permette di ridurre i tempi operatori per la frammentazione dei calcoli e dei rischi che si possono verificare in sala operatoria. I risultati sono veramente buoni.”

  • Avete introdotto o introdurrete altre novità in reparto?

“Sì, ci sono alcune attrezzature in fase di presentazione per il trattamento di calcolosi e altre patologie, che però dovranno essere acquisite tramite un percorso amministrativo. Esiste un robottino per il trattamento della calcolosi che può essere interessante.”

  • Ci può spiegare che cosa si intende per “litotrissia extracorporea”?

“ La litotrissia extracorporea è il trattamento del calcolo all’interno del rene o all’interno dell’uretere, che è il tubicino che collega il rene alla vescica, dall’esterno, e cioè senza andare in sala operatoria. È un trattamento ambulatoriale che viene fatto con un macchinario che abbiamo in nostro possesso e che consente il trattamento dei calcoli con un processo di ultrasuoni che vengono spinti verso il calcolo e lo frammenta dall’esterno. C’è da dire che la riuscita del trattamento dipende anche dalle dimensioni e dall’età del calcolo, perché se il calcolo è molto duro e di vecchia formazione, non sempre la macchina riesce a romperlo. Tuttavia nella maggior parte dei casi, dei calcoli renali di modeste dimensioni il trattamento è risolutivo.”

Massimo Castagna e Angela Montalto

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