Sutera è un comune di circa 1200 abitanti, situato in provincia di Caltanissetta. Il paese è composto da un monte alto 590 m, alle cui pendici si snoda il centro abitato, di impianto medievale.
Fa parte del circuito dei Borghi più belli d'Italia, oltre a essere una tappa della Magna Via Franchigena, il cammino lungo ben 160 km che collega Palermo e Agrigento, lungo le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo.
Il nome della cittadina deriva probabilmente da Sotéra, accusativo di Sotér, “salvatore”, In riferimento al baluardo difensivo rappresentato dal monte e dalle fortificazioni di epoca bizantina. Altre fonti attribuiscono, invece, l'origine del nome al culto della dea Artemide – detta Sotéira, “colei che salva” -, praticato dalle popolazioni dell'antica Grecia stanziate in una zona collinare vicino all'attuale paese.
Dalle sepolture pre-elleniche appartenenti a un villaggio sicano (VII sec. a.C.), rinvenute a pochi km dal centro urbano, alle tracce di affreschi (figureddi) visibili in un ipogeo e attribuiti a monaci basiliani di rito greco-ortodosso (IV-VI sec. d.C), il borgo vanta origini antichissime.
Furono gli Arabi (forse Berberi del Nord Africa) a fondare, nell'860 d.C., il quartiere del Rabato (da Ràbad, “borgo fuori le mura”), la cui struttura urbanistica ancora caratterizza il borgo.
L'espansione del centro abitato si deve invece ai Normanni, subentrati agli Arabi nel XI sec. e agli Svevi (XIII sec.), con la fondazione e lo sviluppo del quartiere Giardinello.
Nel 1325, sotto gli Aragonesi, Sutera diventa feudo di Ruggero di Scandolfo, per poi passare ai baroni Chiaromonte e successivamente ai Moncada. Nel 1398 il borgo è restituito al pubblico demanio della Corona di Sicilia, feudo della chiesa e poi dell’Impero. Nel 1535, l’Imperatore Carlo V vende Sutera al barone di Capaci Girolamo Bologna; Sutera ritorna alla Corona nel 1560 grazie al riscatto reso possibile dagli stessi cittadini, che si sono autotassati.
Il paese è inoltre legato ad antiche tradizioni; sulla vetta del monte, raggiungibile tramite un suggestivo percorso scavato sulla roccia, è collocato il Santuario diocesano di S. Paolino, che sorge sui ruderi di un vecchio castello del 1370, ove sono custodite – all'interno di due pregiate urne in oro e argento – le reliquie dei santi compatroni Paolino, Onofrio e Archileone celebrati rispettivamente il martedì dopo la Pasqua, la prima domenica di agosto e il 12 giugno.
Il quartiere Rabato, durante il periodo natalizio, è teatro di uno dei presepi viventi più affascinati della Sicilia: le antiche case e le strette strade del quartiere, illuminate da torce e falò, si riempiono dei circa 150 attori che mettono in scena la civiltà contadina d'inizio Novecento, tra nenie, cantastorie e degustazioni di cibi come li ciciri, lu pani cunzatu, la minestra di maccu, la guastedda.
Inutile dire che la vista che donano la cima del monte e il percorso lungo la montagna sono mozzafiato: si scorgono, infatti, ben 22 comuni, oltre alle cime delle Madonie e dell'Etna.
Nei paesi limitrofi il monte costituisce una delle principali caratteristiche del paesaggio e, dai comuni che hanno la fortuna di trovarsi di fronte il percorso che porta in cima alla montagna, si riesce a scorgere la tortuosità dello stesso quando di notte, illuminato, decora il monte come un prezioso gioiello.
Sutera è un borgo che vale la pena visitare, per percepire in prima persona il fascino di tanta storia, bellezza e tradizioni.
Giovanna Garlisi
Foto 1 tratta da https://borghipiubelliditalia.it/borgo/sutera/
Foto 2 di Giovanna Garlisi
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