Istruzione e Formazione

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Giovedì, 05 Ottobre 2023

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Formazione ed Economia: le due facce dello sviluppo locale

Alla luce delle mutevoli caratteristiche del contesto competitivo esterno e di mercato, dei repentini cambiamenti tecnologici, dei nuovi fabbisogni e della struttura organizzativa del sistema lavoro, appare evidente la sfida che attende il sistema formativo del nostro paese e, in particolare, della regione Sicilia: avere la capacità di ridefinire il complesso rapporto tra il sistema economico e produttivo e il sistema dell’istruzione e della formazione, nel suo complesso.

Il primo e più importante passo di questa sfida consiste proprio nel creare un nuovo rapporto tra economia e formazione. Il nuovo paradigma produttivo dell’economia della conoscenza dimostra che la cultura e la conoscenza possono produrre ricchezza e che il sapere genera valore economico; oggi si attribuisce alla formazione anche un importante valore economico e produttivo, insieme a quello sociale e civile, ma ad una condizione: che il sistema formazione affronti il mare aperto della vera innovatività didattico-formativa.

Gli attori di questo sistema della Istruzione e Formazione sono le persone (giovani e lavoratori), le aziende, il contesto economico e sociale e le Istituzioni pubbliche. Ebbene, ogni attore esprime un proprio legittimo interesse, ma la natura sistemica di questa architettura che si propone richiede, per generare effettivi vantaggi economici e sociali, che tutti gli elementi agiscano di concerto e in reciproco riconoscimento. A tal proposito si cita un articolo di legge che dovremmo ricordare più spesso e che offre un’ottima sintesi dei molteplici ambiti di interesse che ruotano attorno alla Formazione, vista come strumento di sviluppo personale e di progresso economico e sociale.

L.845/78 “Legge-quadro in materia di formazione professionale” Art.1. Finalità della formazione professionale. La Repubblica promuove la formazione professionale in attuazione degli articoli 3, 4, 35 e 38 della Costituzione, al fine di rendere effettivo il diritto al lavoro e alla sua libera scelta e di favorire la crescita della personalità dei lavoratori attraverso l’acquisizione di una cultura professionale. La formazione professionale, strumento della politica attiva del lavoro, si svolge nel quadro degli obiettivi della programmazione economica e tende a favorire l’occupazione, la produzione e l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro in armonia con il progresso scientifico e tecnologico.

Il mercato, e in particolare il mercato del lavoro, è lo spazio dove i molteplici interessi convergono ed entrano in relazione, attraverso la circolazione e lo scambio del capitale umano sotto forma di conoscenze e di competenze professionali.

Progettare la nuova formazione: i presupposti

Affinché la formazione possa produrre effetti importanti per il funzionamento di un sistema economico, imprenditoriale o del lavoro, occorre che sia realizzata a partire da un’azione preparatoria intenzionale, ragionata e condivisa. Per svolgere in maniera ottimale il suo ruolo di investimento, l’azione formativa deve essere fortemente e intrinsecamente legata alla missione, ai valori, alle strategie e alla dimensione organizzativa e produttiva del sistema di riferimento (la regione Sicilia), in sostanza deve essere centrata sulle caratteristiche, le esigenze e le necessità dell’utenza: cioè dell’impresa e del lavoratore.

Eccoci arrivati ad una prima importantissima questione: il nostro sistema della formazione in Sicilia ha reale consapevolezza dei nuovi bisogni formativi richiesti dal mercato del lavoro (imprese e lavoratori appunto) sempre più in evoluzione e in un processo di irrefrenabile trasformazione? C’è consapevolezza su cosa debba intendersi per innovazione tecnologica e digitale? Quali nuove figure professionali dovranno essere disponibili per il mondo della scuola (Piano nazionale per la scuola digitale) e quali nuove competenze sono richieste al personale docente? Quali le nuove competenze per rendere efficiente la Pubblica amministrazione nazionale e regionale? Quali nuove figure professionali sono oggi richieste dal sistema sanità in ottica di sviluppo di telemedicina, di assistenza on line?

In riferimento all’agire formativo si potrà parlare di qualità, di efficacia/efficienza, e di economicità, solamente quando:

  • Pianificazione e progettazione formativa non possono essere una semplice somma di iniziative disarticolate, ma hanno una robusta logica portante interna che le collega tra loro e al contesto di riferimento;
  • La formazione non risolve solo i problemi di formazione, ma i risultati dell’agire formativo si estendono oltre di essa, a livello della persona, del lavoratore, dell’impresa;
  • La relazione tra cliente e fornitore deve essere chiara e trasparente, e deve ridurre al massimo ambiguità di relazione e comunicazione con le quali vengono spesso rimosse o nascoste le naturali difficoltà di una pratica per sua natura complessa;
  • L’agire deve seguire un approccio preventivo e a medio-lungo termine, in modo da dare prospettiva all’azione formativa e peso strategico ai risultati ottenuti;
  • La formazione dei lavoratori (a tutti i livelli di attività) deve saper creare ambienti sani e accoglienti dove il benessere psico-fisico dei lavoratori rappresenti una priorità.
  • Si deve progettare e operare nell’ottica del miglioramento continuo, analizzare l’esperienza passata, le criticità, gli errori e gli insuccessi, per imparare e migliorare processi e procedure del presente e per il futuro.

Gli elementi sopra esposti rappresentano, a mio parere, altrettanti requisiti per poter progettare una buona formazione.

La formazione che serve

Formare le persone oggi vuol dire innanzitutto adottare un insieme di strumenti, metodi e strategie didattiche che vanno pensati per migliorare l’esperienza e l’efficacia dell’apprendimento dei corsisti beneficiari degli interventi. Il Sistema che serve costruire deve quindi essere estremamente flessibile e adattabile non solamente alla formazione professionale, ma anche alla formazione continua (lifelong learning), alla formazione aziendale (hard skill e soft skill), alla formazione tecnologica e alla formazione obbligatoria (sicurezza, prevenzione, primo soccorso, ecc).

Sviluppare un modello di formazione vuol dire possedere contenuti specifici e avere chiari obiettivi didattico-formativi. Nello specifico, le più immediate finalità possono essere: facilitare/migliorare l’incrocio domanda/offerta del giovane non occupato spingendo per l’impiego delle sue competenze coerenti con il nuovo mercato del lavoro; definire un offerta formativa per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni locali al fine di rendere congrue le sue conoscenze e competenze richieste da nuovi servizi da erogare al territorio con modalità innovative; offrire a professionisti, manager, insegnanti e operatori delle aziende della sanità l’opportunità di arricchire le loro competenze con corsi di aggiornamento brevi e seminari tendenti, in particolare, a migliorare le soft skills del lavoratore.

Per progettare interventi formativi efficaci è necessario porre l’accento sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento; questo spostamento di priorità consente di guardare in primo luogo ad un “corsista” attivo che sceglie e presidia il proprio sviluppo e il proprio sapere. Inoltre, il nostro corsista – nell’era del life long learning – è un individuo adulto e competente; pertanto non avremo a che fare con una tabula rasa (cui spesso gli enti della formazione professionale classica e finanziata fanno riferimento per avere quel numero necessario di iscritti che consentano l’avvio di un corso) ma con un portatore di conoscenze che vanno fatte esprimere e valorizzate. Ed è proprio questa valorizzazione nonché l’integrazione tra vecchi e nuovi saperi ciò che il modello formativo deve garantire se vuole offrire al soggetto in apprendimento un’esperienza di intreccio, di passaggio, di evoluzione personale e professionale. Con una formazione siffatta e tematiche veramente innovative, ritengo che si creino le basi perché si realizzi un apprendimento vero, un apprendimento che coinvolge i destinatari nel processo di sviluppo economico-culturale della Sicilia. Concludo queste riflessioni su un tema così vasto, ricordando le parole di grande esperta di formazione personale e professionale: Maria Montessori ammoniva “… Il vero pericolo dell’umanità è il vuoto delle anime: tutto il resto non ne è che una conseguenza. (…) Per questo è necessario valorizzare l’individualità, farle sperimentare la sua potenza, insegnarle a vedere il mondo nella sua vera grandezza, allargare i limiti della sua vita, metterla in contatto con l’individualità altrui”.

Vincenzo Di Natale

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