L'area archeologica di Eraclea Minoa, l'attuale Cattolica Eraclea in provincia di Agrigento, costituisce un sito di notevole importanza per la sua caratteristica posizione (vicinissimo anche alla Riserva Naturale Orientata Foce del Fiume Platani), che dona ai visitatori del luogo uno splendido panorama: da un lato l'arco azzurro del golfo e dall'altra la candica collina marmosa di Capo Bianco a strapiombo sul mare.
Eraclea Minoa (in greco antico Ἡράκλεια Μινῴα; in latino Heraclea) fu un'antica città greca della Sicilia sud occidentale, fondata, secondo Erodoto, dai Selinuntini che la chiamarono originariamente Minoa. Venne chiamata “Eraclea” in onore di Eracle, mentre “Minoa” sembra derivare da “Minosse” e collegarsi alla leggenda che vede il re cretese Minosse inseguire Dedalo fino in Sicilia – per punirlo dell'aiuto dato a Teseo e Arianna nel labirinto –, per poi morire proprio in questi luoghi per mano del re sicano presso cui Dedalo si era rifugiato.
Le rovine della città, che presenta caratteristiche tipiche delle città ellenistiche e romane, vennero portate alla luce a partire dal 1950 e comprendono il Teatro (V secolo a.C.) che si apre con la cavea – divisa in nove settori a dieci gradoni – verso il Mare Mediterraneo, il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane, con impianto urbanistico ad "insulae".
Il sito è dotato di un proprio Antiquarium dove sono conservati numerosi reperti provenienti dall'abitato e dalla necropoli: vasellame, ceramiche, statuette fittili, arredi tombali, arnesi e suppellettili.
Sono in parte visibili anche i resti della cinta muraria della città costruita tra la fine del VI e la fine del IV secolo a.C., della lunghezza stimata di circa 6 chilometri. A nord-est delle mura si riconoscono ancora otto torri quadrate.
Giovanna Garlisi
Immagine tratta da https://magazine.leviedeitesori.com/la-nuova-vita-di-eraclea-minoa-al-via-il-restyling-dellarea-archeologica/
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