L’Ance Sicilia (Associazione Nazionale Costruttori Edili) dice “no” alla costituzione, di fatto già delineata, di un monopolio dei general contractor del Nord sul mercato delle opere pubbliche al Sud, in particolare in Sicilia, che esclude del tutto le imprese locali dalla possibilità di partecipare alle gare d’appalto.
Il disegno nazionale, da quanto si apprende da dichiarazioni riportate dalla stampa, sarebbe quello di un accordo che assegni direttamente ai general contractor tutti gli interventi che saranno finanziati con il “Recovery Plan” e anche con le risorse europee della programmazione ordinaria.
Per quanto riguarda la Sicilia, ai general contractor verrebbero affidati non solo le grandi infrastrutture strategiche (in lotti di importo troppo elevato per l’imprenditoria locale), ma anche tutti gli interventi di manutenzione stradale e ferroviaria.
“Niente più gare, niente più regole e trasparenza, controlli al minimo indispensabile. I colossi delle costruzioni – afferma Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia - vogliono mettere le mani su ogni centesimo che arriverà dall’Unione europea, relegando le imprese locali al ruolo di subappaltatori a vita. Segnaleremo alla Commissione Europea qualsiasi accordo in tal senso che violerebbe palesemente le linee guida della stessa Commissione Ue sull’utilizzo obbligatorio delle risorse a favore della riduzione del gap economico e sociale del Sud”.