In sintesi, secondo Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Pietro Patti, segretario generale della Cgil di Messina, la decisione di finanziare la costruzione di un ponte a spese della Sicilia e della Calabria, sottraendo 1,6 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione, è un atto ideologico che privilegia la propaganda politica a discapito dei reali bisogni dei cittadini del Mezzogiorno. Questa mossa viene descritta come uno scippo di fondi destinati al superamento dei divari infrastrutturali e sociali, condannando le aree interne alla persistenza del sottosviluppo.
Mannino e Patti ritengono che si tratti di una truffa annunciata per un progetto incerto e dubitano che porterà effettivi benefici allo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno. Criticano il governo per distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali, sottolineando la necessità che la classe politica siciliana si opponga con decisione a tale approccio e si esprima chiaramente sulla questione delle risorse e sull'autonomia differenziata. Infine, condannano il governo come confuso e prepotente, che promette miglioramenti su questioni poco concrete, e chiedono al Mezzogiorno di reagire in modo compatto e negativo a questa situazione.