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Mercoledì, 04 Ottobre 2023

 1000X200px RIBASSATI E BLOCCATI

 


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Una delle incombenze alle quali ciascuno di noi prima o poi deve adempiere è quella triste della chiusura di una casa, e con essa la chiusura di un’epoca. La casa dei nonni, quella dei genitori, dove abbiamo vissuto da bambini … Sono capsule del tempo nelle quali aleggiano i suoni, gli odori, le immagini del nostro passato che scorrono davanti agli occhi dell’animo come un vecchio film in cui, da spettatore, ti rivedi protagonista. Quando si chiude la porta alle spalle, quello scatto di serratura è doloroso, lancinante. Mi rivedo con i pantaloncini corti, i calzettoni e quegli orribili sandali blu con “gli occhi”: chi tra i lettori è un boomer li ricorderà certamente! Mi rivedo a giocare nello spiazzo davanti casa, ad Enna, con i bambini
del vicinato: i 2 Giovanni, Maurizio, Ciccio, Aldo … Rivedo, a Piazza Armerina, le zie di mio padre quando friggevano le crocchette di patate sapientemente preparate e che, da allora, così buone non le ho più mangiate! Oppure alle prese con il pentolino di alluminio che conteneva la granita di limone, conservata nella ghiacciaia del frigorifero PHILCO, che funziona ancora!, a grattarne il contenuto col cucchiaio per distribuirla ai nipoti nei bicchieri! Qui al nord, dove vivo, ti spacciano per granita siciliana il ghiaccio tritato con l’aggiunta di succo di limone. Non li perdòno, perché continuano a perpetuare l’ignoranza sostenendo che la vera granita è quella. Per non parlare dell’uovo nella pizza, che qui viene servita con l’uovo aperto, non sodo, e le olive nere che, al gusto, sembrano di cartone: per noi, cresciuti con la pizza di Salvino e Gino al Belvedere, sono cose incomprensibili ed imperdonabili!
Ritornando alla chiusura della casa … Mi è capitato di “rovistare” tra le migliaia di libri di mio padre e tra le carpette che teneva in maniacale ordine: conservava di tutto ed aveva anche un’emeroteca degna di questo nome dove venivano catalogati gli articoli di giornale, le pagine delle riviste, con suggestive illustrazioni grazie alle quali ci raccontava di mondi lontani come se li avesse visitati personalmente. Oltre alla passione per la Filosofia, la Letteratura, la Storia e la Pedagogia, coltivava anche quella per la Geografia e la raccontava con dovizia di particolari. In effetti aveva vissuto la sua gioventù a Tripoli, e quel periodo lo segnò particolarmente con quella perdurante nostalgìa conosciuta come il mal d’Africa.
Nel suo studio, dove troneggiava accanto alla finestra la fedele Olivetti Lettera 44, alle spalle della scrivania, riuscì a mettere una carta da parati con disegni stilizzati che richiamavano l’Africa: cammelli, oasi, piramidi. Per lui l’Africa, o meglio la Libia, era un pensiero ricorrente tanto che, qualche anno prima dell’avvento di Gheddafi al potere che cacciò gli italiani (1969), riuscì a portarci a Tripoli: di quel viaggio ricordo la traversata, con la nave Città di Tunisi, e la breve sosta a Malta.

nave
La nave, nata come incrociatore, fu successivamente modificata in nave passeggeri ed impiegata sulla rotta Napoli - Reggio Calabria - Catania - Siracusa - La Valletta - Tripoli. Su quella nave viaggiava Leonardo Sciascia, che aveva appena pubblicato “Il Consiglio d’Egitto” e su quel libro, che mio padre aveva letto, intavolò con Sciascia una lunga discussione notturna nel salone della nave. Di Tripoli ricordo solo il Corso Italia (toponomastica ancora italiana!) sul mare, ed il Suk el Turk, il mercato di Tripoli.
Emergono, tra le carte di mio padre, cimeli del suo passato come il periodo in cui era esponente provinciale e nazionale del Partito Liberale Italiano. Ho rinvenuto materiale propagandistico, oggi li chiameremmo “gadget”, come i portachiavi in plastica o i portacenere con il simbolo del PLI, o il foulard giallo con agli angoli il simbolo del Partito, e qualche fac-simile di elezioni.

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Tra i cimeli storici più preziosi c’è la fotografia autografa di Gaetano Martino, padre di Antonio Martino più volte Ministro nei Governi Berlusconi. Gaetano Martino fu deputato alla Costituente, ministro della Pubblica Istruzione, ministro degli Esteri, presidente del Parlamento europeo (1962-64). Gaetano Martino.

gaetano martino
O, ancora, la foto autografa di Giovanni Malagodi, scattata sul balcone di via Frattina a Roma, sede del Partito, al tempo in cui era Ministro del Tesoro nel secondo Governo Andreotti (1972-1973).
Quello che ho studiato svogliatamente da ragazzo nei libri di Storia mi si materializza, me lo ritrovo davanti agli occhi, tra le mani. E’ come se fossero fotogrammi di film in bianco e nero. Allora il bianco e nero era la norma, quindi non riuscirei ad immaginarmi certe scene con gli attributi del colore. Già, i libri di Storia! Con i libri di Geografia, quelli di Storia ci insegnavano il nostro passato e riuscivamo a collocarlo nelle giuste latitudini. Non sono stato mai un modello di studente, con grande disappunto dei miei genitori, entrambi insegnanti.
Però qualcosa mi è rimasta ‘mpiccicata: evidentemente ho fatto tesoro dell’ascolto delle interrogazioni dei miei compagni di scuola, quelli bravi! Ma a quei tempi le materie di studio esistevano ed i libri pure! Nel corso degli anni lo studio di queste materie è andato via via scemando ed oggi i dati OCSE, relativi al livello di conoscenza degli studenti della scuola dell’obbligo, ci collocano penosamente e vergognosamente agli ultimi posti!
I nostri studenti, oggi, non sanno più neanche collocare le città, le capitali! Qualche giorno fa una bella ragazza che partecipava ad un quiz televisivo decise che Canberra fosse una città della Norvegia! In effetti, anche tra i politici attuali, c’è chi ha sostenuto l’esistenza di un tunnel tra il Gran Sasso (in Abruzzo) ed il CERN (in Svizzera)! Chi ha collocato Matera in Puglia, chi ha confuso libici con libanesi e chi ha collocato il Canale di Sicilia nello Stretto di Messina.
Ecco, trovarmi in mezzo ai libri, a parte la normale polvere e l’odore tipico connesso, mi porta a delle divagazioni del tipo “ai miei tempi…”. I miei tempi, i nostri tempi, sono profondamente diversi da quelli di oggi. Anch’io mi trovo ad acquistare, come molti, dei libri online (ne ho tanti ed hanno il vantaggio di non occupare spazio) però li uso quando viaggio.
Sì, confesso che molti dei libri che ho acquistato online li ho anche acquistati … di carta.

Scandagliare più a fondo l’immenso patrimonio documentale di mio padre mi ha permesso di rinvenire il certificato elettorale di mia nonna Calorina (non Carolina, perché era il diminutivo di Calogera) per le Elezioni dell’Assemblea Costituente del 1946,

certificato elettorale
il diploma di mio nonno, rilasciato dalla Regia Scuola Professionale di Arti e Mestieri datato 1917,

diploma

il suo Certificato di Identità dell’Esercito Italiano, con l’autorizzazione a far uso del bracciale internazionale di neutralità

certificato identita
la fattura di acquisto per ben 1240 £ della macchina da cucire Singer, con l’annotazione della destinazione d’uso domestico.

fattura
o, preziosissima, la richiesta avanzata al Ministero dell’Africa Italiana “affinché - riporto testualmente - si benigni voler prendere in considerazione l’unita nota di mobilio e biancheria che con lo sfollamento dalla Libia rimase in mani nemiche” datato 1943 – XXI°, con allegato l’elenco delle povere cose abbandonate.

letteraLa chiusura di una casa di famiglia in Sicilia, abitando al nord, è un’operazione che non si può liquidare in una giornata! Ad ogni viaggio dedicherò qualche giorno ancora alla ricognizione della casa dei nonni che contiene i libri ed i ricordi di mio padre, o delle piccole cose della nonna e delle zie.
Ecco! La chiusura di una casa, oggi, ti fa imbattere in ricordi che solo chi è boomer può vantare! Solo chi è vissuto a pane e Battisti pane e De Andrè può comprendere in pieno!

Filippo Giunta

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