La Sicilia si dota, finalmente, di una legge sul randagismo, grazie al voto unanime dell'Ars. Il 12 luglio 2022 la nuova legge “ norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo”, 36 articoli per mettere ordine e risorse in una materia così delicata.
Ma cosa prevede la nuova legge? Proviamo a sintetizzare i punti essenziali.
Sono previsti circa 3,5 milioni per la realizzazione di nuovi rifugi sanitari pubblici in tutte e nove le province. La Regione Sicilia dovrebbe destinare ogni anno 1 milione di euro ai Comuni e 100.000 euro alle ASP. Con queste somme si potranno prevedere piani di sterilizzazioni straordinari, incentivi economici per favorire i prelievi sul territorio, aiuti per le ristrutturazioni di locali da adibire ad ambulatori per la microchippatura e la sterilizzazione.
Dovrebbero essere circa 7 milioni di euro il risparmio in cinque anni per i Comuni, per le operazioni di prelievo dei cani sul territorio.
Ma la legge prevede anche alcune misure importanti:- Sterilizzazioni, microchippature e pronto soccorso: saranno investiti tre milioni e mezzo di euro per colmare il gap (infra)strutturale dei rifugi sanitari. Prevista la costruzione di almeno una struttura pubblica per provincia ogni 500.000 abitanti (quindi Catania tre, Palermo tre, Messina due per intenderci e tutte le altre province almeno una struttura).
- Pronto soccorso: ci saranno 14 nuove strutture in più per il pronto soccorso e i cittadini sapranno cosa fare per ottenere un servizio fondamentale di civiltà e rispetto degli animali. I Comuni potranno contare anche su aiuti per le operazioni di prelievo, e nelle strutture pubbliche tutte le operazioni saranno garantite gratuitamente dalle ASP.
- Controllo della produzione animale: i possessori di femmine non sterilizzate dovranno conferire un campione per la tipizzazione del DNA dei loro soggetti, che sarà inserito in una banca dati. Questa misura indurrà ad una responsabilizzazione nella produzione e nella detenzione dei cani, perché in caso di ritrovamenti, incidenti stradali, cucciolate abbandonate, soggetti abbandonati, sarà in breve tempo possibile risalire a chi si sia reso artefice di una improvvida o incauta gestione. L’obiettivo è arrivare a una cultura responsabile dell’allevamento quanto della custodia dei cani. Se non vorranno provvedere al conferimento del campione di DNA delle proprie femmine, i proprietari avranno comunque un’altra scelta: sterilizzarle.
-Vigilanza e controllo: Istituito il “Garante Regionale dei Diritti degli Animali”. Il Garante può diffidare le pubbliche amministrazioni regionali o comunali al rispetto degli obblighi di legge connessi alla tutela del benessere animale. Sarà da solo si potrà obiettare, ma sarà comunque una figura fondamentale. E certamente sarà supportato dalle associazioni animaliste, pur mantenendo la terzietà.
- Contributo di solidarietà: un milione e duecentomila euro l’anno per tutti gli interventi che si rendano necessari. Un contributo fondamentale per i Comuni, che non lascerà più spazio a condotte omissive o politiche del non facere supportate dalla mancanza di possibilità economiche.
- Case famiglia per cani e microcanili: una misura volta a sostenere tutti quelle associazioni animaliste che spesso si sono sostituiti alle istituzioni ospitando tutti quei soggetti che non trovavano spazio nei canili e che per strada sarebbero certamente morti. La prima struttura regolarmente autorizzata dall’ASP competente potrà ospitare sino a dieci cani, la seconda da 11 a 20. E certamente i Comuni potranno garantire degli aiuti, direttamente o indirettamente attraverso il contributo di solidarietà. Riconoscere l’identità di qualcosa che esiste già magari, vuol dire comunque riconoscere la dignità che meritano a tutte quelle associazioni che hanno per anni profuso impegno in favore degli animali.
- Tutela della pubblica incolumità: “certificazione di conduzione in regime di sicurezza” per tutti quei cani valutati (definizione da intendersi estensivamente) a rischio di aggressività”
- Riconoscimento del lavoro dei singoli cittadini: istituzione del lavoro dei singoli cittadini: istituzione dell’elenco comunale per il contrasto al randagismo. A seguito di istanza e con adeguata formazione, anche quei cittadini che pur non iscritti ad alcuna associazione animalista vogliano prestare gratuitamente la propria opera, potranno farlo previa iscrizione all’elenco.
-Trasferimenti di cani in altre regioni: limitato ad un massimo di venti unità per ciascuna struttura, per anno. I cani Siciliani rimarranno in Sicilia, come è giusto che sia.
Onore al merito comunque per Luisa Lantieri che ha lavorato attorno a questa norma fin dal 2018, assieme tanti altri colleghi. Lei ha voluto la figura del“Garante Regionale dei Diritti degli Animali”.
Quindi la Sicilia ha la sua legge sul randagismo, ora occorre la collaborazione delle istituzioni, Comuni ed Asp, affinchè gli animali vengano trattati con più rispetto e con tanto più amore.
Massimo Castagna
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