L'aula del Senato, all'unanimità, con 223 voti favorevoli, ha approvato il ddl costituzionale, d'iniziativa popolare, per la modifica dell'articolo 119 della Costituzione, sul riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità.
È la prima deliberazione di palazzo Madama e saranno necessari quattro passaggi, due alla Camera e due al Senato, perché si tratta di una modifica della Carta costituzionale. Il via libera del Senato all'introduzione in Costituzione del riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità è considerato dal Presidente della Regione Musumeci un traguardo storico atteso da decenni per la Sicilia e per i siciliani, così come per la Sardegna e per tutte le isole italiane.
Il testo approvato recita «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità»
Con il documento “Stima dei costi dell’insularità per la Sicilia” pubblicato il 15 maggio 2021 nella ricorrenza del 75° anniversario della pubblicazione dello Statuto Siciliano Autonomia Siciliana 1946-2021, il Governo Regionale ha inteso approfondire la condizione di insularità per il rilancio dell’autonomia speciale siciliana.
Nell’analisi prodotta dal Gruppo di Lavoro si precisa che “la condizione di territorio penalizzato da specificità geografiche limitanti come la perifericità, l’insularità o la scarsa accessibilità, è comune a molte regioni dell’UE e impone l’adozione di scelte politiche di contrasto che, tuttavia, vanno commisurate all’entità degli svantaggi che devono essere mitigati o rimossi, ma anche ai possibili vantaggi che ne potrebbero derivare. In particolare, l’insularità intesa come discontinuità territoriale determina delle ulteriori criticità di natura economica, trasportistica, ambientale, sociale e demografica che determinano un oggettivo svantaggio rispetto ai territori continentali…”.
“I dati sui divari al fine di identificare il disagio e il gap dovuto all’insularità restituiscono una fotografia allarmante: squilibri occupazionali, popolazione a rischio povertà, costi per i trasporti e disagi infrastrutturali, diffusa marginalità e una ridotta internazionalizzazione e decisa sperequazione infrastrutturale.” Ma anche sul lato dei vantaggi dell’insularità è importante individuare tutte quelle misure che permetterebbero all’isola di offrire al paese ed all’Unione Europea tutti i vantaggi dell’insularità, contribuendo così al percorso di sviluppo nazionale ed europeo. I vantaggi competitivi dell’isola, infatti, non sono pochi: porta meridionale dell’Europa; grande biodiversità; giorni di sole in un anno; ricchezza di beni culturali. Molti di questi vantaggi le derivano dalla sua storia e dalla sua geografia. I costi dell’insularità sono anche tutte le occasioni perdute su cui occorre in ugual modo puntare per riequilibrare i rapporti tra centro e periferia.”
Nel documento si è cercato di fornire una stima dei possibili costi legati alla condizione di insularità della Sicilia, da prendere in considerazione per definire le strategie di sviluppo della Sicilia in un contesto nazionale ed europeo. Ormai non si può transigere da un’obiettiva analisi della realtà che va condivisa a tutti i livelli per essere un orientamento coerente della azione politico-istituzionale.
In nome della coesione nazionale ci si dovrà porre l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani compensando gli enormi costi aggiuntivi a cui sono sottoposti gli abitanti delle isole.
Per il futuro è una bella sfida da cogliere, soprattutto se si considera, che, già ci troviamo innanzi ad una fase di cambiamento epocale legato alla ripresa del post pandemia (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e all’emergenza climatica.
Gaetano Mellia
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