Caro Sindaco Accardi, ho letto le polemiche che hanno travolto Barrafranca, il paese che lei amministra, per via delle dichiarazioni di padre Nicolosi durante un'omelia a proposito di cosa sarebbe o non sarebbe famiglia. Non entro nel merito delle dichiarazioni del parroco che, per altro, in una certa misura si è scusato. Mi limito a fargli notare che molti altri parroci in tutta Italia hanno dimostrato di aver compreso l'evoluzione della società e accolgono le famiglie arcobaleno esattamente come tutte le altre.
Invece è a lei che voglio rivolgermi in quanto amministratore eletto, per di più, con una coalizione che include il mio partito. Lo stesso partito che ha voluto e ottenuto la legge sulle unioni civili per la quale io e altri colleghi abbiamo lavorato per anni senza tregua. Definire "moda del momento" le famiglie arcobaleno, le coppie di persone dello stesso sesso, l'affermazione dei diritti non è degno del ruolo di un sindaco che dovrebbe preoccuparsi del benessere dei propri cittadini e delle proprie cittadine, qualunque sia il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Le battaglie per l'uguaglianza e le vittorie ottenute finora devono essere un vanto per la nostra società.
Le persone omosessuali, lesbiche, bisex, trans, intersex sono sempre esistite e sono, da altrettanto tempo, discriminate. Se la "moda del momento" è riconoscere a loro e alle loro vite la dignità che meritano, ben venga la moda allora. Fuori da questa "moda" rimane solo chi è ancorato ad un mondo che sta lentamente scomparendo. E per fortuna, aggiungo. Un mondo fatto di cittadine e cittadini invisibili, di amori discriminati, di odio e violenza, di disuguaglianza. Noi, la politica, chi amministra, in osservanza alla Costituzione su cui giuriamo abbiamo il dovere di batterci contro le disuguaglianze e le discriminazioni, ovunque si annidino. E, creda, la "libertà di pensiero" a cui lei fa riferimento non ha nulla a che vedere con la libertà di escludere le persone invece di includerle nella società. Penso alle tante persone lgbt+ che sicuramente vivono a Barrafranca o che ci sono nate e sono dovute andare altrove. Penso alla sofferenza che le sue parole, del loro sindaco, possano aver provocato in loro. A queste persone va tutta la mia solidarietà e vicinanza.
La invito, dunque, a riflettere profondamente sulle sue parole e sugli effetti che queste possono avere avuto su chi vive nella sua città. Specialmente i più giovani che hanno un estremo bisogno di crescere in un ambiente accogliente e che lasci loro la possibilità di essere quello che sono, al pari di chiunque altro.
Sen. Monica Cirinnà Responsabile Nazionale Diritti del Partito Democratico
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