E' stato appena chiamato a rifondare il Pd ennese dopo 5 anni di commissariamento. Vittorio Di Gangi da 24 ore
segretario provinciale, ha l'arduo compito di riportare il pd ai fasti di un tempo, e di ridare impulso, assieme agli altri attori del territorio, allo sviluppo di una provincia fortemente depressa.
- Qual'è lo stato di salute del Pd?
“Il PD è un partito che negli ultimi anni è stato percepito come un soggetto politico non più in grado di poter rappresentare le istanze ed i bisogni dei cittadini e soprattutto non in grado di essere al passo coi tempi rispetto ai grandi cambiamenti della società. L’elezione di Renzi a Segretario del PD, con l’inaspettato 41% dei voti alle elezioni Europee del 2014, se da un lato sanciva il culmine elettorale del Partito, dall’altro ha avviato il declino del rapporto di fiducia con la gente. Siamo stati percepiti come coloro i quali si sono occupati degli interessi delle banche, degli imprenditori e dei poteri forti dello Stato, non più rappresentanti del popolo come lo eravamo stati nel passato. Incapaci di dare risposte concrete ai problemi del lavoro, della salute, dell’istruzione e della formazione e senza riuscire a proporre delle adeguate e serie politiche a sostegno delle famiglie e delle fasce più deboli della società.”
- Quali sono le responsabilità di Renzi nella destrutturazione dell’organizzazione interna?
“Con l’avvento di Renzi si è avviata la destrutturazione dell’organizzazione interna: si passa ad una forma di Partito leggero in cui non è più necessario sentire quello che pensano i militanti e gli iscritti, riuniti nelle sezioni. Viene rottamato un modo di fare politica ormai vecchio, anacronistico rispetto ai tempi moderni; si abbandonano le piazze per dare spazio alle discussioni e dibattiti sui social; si abbandona così il linguaggio del confronto dialettico e si passa alla comunicazione per slogan, cinguettii o semplici messaggi. Nella nostra provincia, poi, i quattro anni di commissariamento del Partito hanno delegittimato una classe dirigente, tutta, ed hanno impedito un serio dibattito e confronto interno che avrebbe potuto contribuire all’elaborazione di idee e proposte degne di accoglimento. Il risultato è che oggi molte sezioni sono chiuse, la gente si è allontanata e a causa anche di un tesseramento farraginoso e anonimo è stato difficile affrontare questa fase congressuale.”
- Passiamo al territorio della provincia di Enna: la decrescita è drammatica.
“Mi rattrista prendere atto che dal 2001 al 2017 la popolazione della provincia di Enna scende da 176.959 a 166.259 con una diminuzione di 10.700 unità pari al 6,21%. Se si considera, poi, che nel corso degli ultimi tre anni il decremento è mediamente pari all'1% circa, con - 4.931 abitanti, si capisce come la situazione sia drammatica. Se venisse rispettato questo trend nella provincia di Enna fra 10 anni la popolazione scenderebbe al di sotto dei 150.000 abitanti, stabilendo un ulteriore
record negativo: in un quarto di secolo si sarebbe prodotta una contrazione di ben 26.000 abitanti. Per dirla in altri termini, in un quarto di secolo è come se la popolazione della città di Enna fosse interamente scomparsa. Nascono pochissimi bambini, pochissimi sono i ragazzi che vanno a scuola e tantissimi sono i giovani che, una volta andati via, non tornano più.”
- Un altro aspetto preoccupante è l'emigrazione.
“Il fenomeno dell’emigrazione è in costante aumento e la cosa più grave è l’emigrazione dei nostri cervelli. Abbiamo investito tanto per fare studiare i nostri giovani ed oggi forniamo gratuitamente le nostre competenze, la nostra formazione ad altri privando di tutto ciò il nostro territorio.Negli ultimi dieci anni perdiamo circa 5.000 occupati, il tasso di disoccupazione sale sempre più sfiorando oggi il 22%. Ancora più drammatico è il tasso di disoccupazione giovanile che supera il 65%. ”
- I problemi sono tanti e non vanno affrontati da soli. Cosa pensa di fare?
“Credo che sia necessario indire, a breve, una Conferenza Programmatica in cui poter approfondire le idee e i progetti che ognuno di noi pensa di poter concretamente realizzare. In quell’occasione tutti, Esperti, Organizzazioni Datoriali e Sindacali, Associazioni, Enti, Sindaci, Amministratori locali, dovranno dare il loro contributo alla creazione di una piattaforma organica per lo sviluppo e il lavoro nel territorio provinciale. Bisogna pensare ad un piano industriale che punti sulle energie alternative, e sulla riorganizzazione del ciclo dei rifiuti, attraverso il quale si possono creare nuovi posti di lavoro legati alla green economy. Gli incentivi previsti dall’essere stata inclusa tra le Zone Economiche Speciali (Zes) potrebbero rilanciare l’Area industriale di Dittaino e farla diventare appetibile, rendendo vantaggiosi gli investimenti attraverso il credito d’imposta, gli sgravi fiscali, le agevolazioni sul lavoro, gli ammortamenti per le aziende. Non è più tempo di aspettare le normali opere di viabilità che un Paese che si definisce civile merita di avere. Mi fa veramente stare male sapere che a Roma c’è chi discute se fare o non fare la TAV mentre ad Enna non abbiamo più la possibilità di raggiungere le nostre comunità.”
- Già perché la rete stradale provinciale è ridotta a rango di mulattiere.
“ Abbiamo il diritto di avere delle strade che si definiscano tali e ne abbiamo diritto ora e non fra vent’anni. Abbiamo il diritto di completare la Nord Sud, un’opera ritenuta fondamentale per la viabilità della nostra provincia, nell’arco di qualche anno e non aspettare mezzo secolo. La strada dei due mari (Tirreno/Mediterraneo), che dovrebbe collegare Santo Stefano di Camastra a Gela è sempre oggetto di attenzione e sempre più un sogno che non diventa realtà. È di alcuni giorni fa la notizia della riduzione dei finanziamenti e del dirottamento delle somme per la realizzazione di altre opere al Nord. Occorre un piano straordinario di manutenzione delle strade e un forte investimento per contrastare il dissesto idrogeologico, oltre che a creare quella rete infrastrutturale necessaria alla mobilità dei cittadini e alle aziende che operano nel nostro territorio, determina la creazione di posti di lavoro che danno maggiore dignità ai nostri cittadini rispetto al solo reddito di cittadinanza. È il lavoro che nobilita l’uomo e non l’assistenzialismo.”
- Fortunatamente la presenza di più università lascia ben sperare: lei che ne pensa?
“La provincia di Enna che fino a 15 anni fa non contava nessuna facoltà universitaria ha fatto un grosso passo avanti. Prima la nascita dell’Università Kore, poi da quattro anni i corsi di laurea in Medicina e Professioni Sanitarie dell’Università pubblica romena di Galati “Dunarea de Jos”, fanno sì che Enna sia vissuta da tantissimi studenti e che l’economia locale ne trae un notevole vantaggio. Certo dispiace che ancora oggi da parte dell’attuale amministrazione comunale le Università vengano visti come corpi estranei e non si faccia l’impossibile per integrarle nel tessuto della città e l’assenza all’inaugurazione dell’anno accademico della facoltà di medicina della Dunarea de Jos ne è l’emblema. Non bisogna assolutamente dimenticare che nel 2018 è stato inaugurato a Troina il corso di laurea in terapia occupazionale. Un percorso universitario triennale nell’ambito delle professioni sanitarie, unico nel Sud Italia Accogliamo con favore la disponibilità di Piazza Armerina a mettere a disposizione di locali per l’attivazione di un corso di medicina in lingua inglese e di un corso di odontoiatria da parte della Dunarea de Jos. E’ bene ricordare che l’Università Kore è in attesa dell’autorizzazione Ministeriale per l’attivazione di un corso di medicina in Italiano.”
- Con un Pd nuovo è possibile ritrovare la via maestra?
“Occorre un Pd nuovo per contribuire alla rinascita del nostro territorio, pre questo abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso. Abbiamo bisogno delle migliori intelligenze, dei giovani, delle donne e degli uomini animati di buona volontà che mettano al primo posto l’impegno verso il bene comune nel pieno rispetto delle regole di convivenza democratica. In primavera si vota nei Comuni di Agira, Enna, Nicosia, Pietraperzia, Centuripe e Valguarnera. Il Partito Democratico metterà a disposizione di ogni singola comunità le migliori intelligenze capaci di cogliere le sfide difficili che ci attendono. Dobbiamo essere attenti a ricercare in ogni modo le maggiori convergenze possibili senza preclusione e senza pregiudizi, così come chiederemo di fare a tutti coloro i quali vorranno con noi intraprendere un percorso comune. Dobbiamo sforzarci di ricercare un’intesa prima con tutti coloro i quali oggi condividiamo il Governo del Paese e poi con tutti gli altri soggetti che hanno un sentire comune e che, pur essendo esponenti della società civile, si riconoscano nei valori fondamentali del nostro partito.”