Acquistata nel 2010 dalla giunta Garofalo, la tendostruttura di Enna Bassa in contrada Gentilomo negli spazi adiacenti a quello che avrebbe dovuto essere il mercato ortofrutticolo, per cinque anni, la durata della legislatura Garofalo, ha ospitato un paio di capodanno e tantissime manifestazioni.
La tendostruttura fu acquistata per circa 300 mila euro e sarebbe dovuta servire come spazio per ogni tipo di attività, così come è in effetti stato.
Oggi di questa struttura non restano che erbacce, teloni cadenti ecc. ecc. Oggi rimane abbandonata così come l'intera struttura di quello che avrebbe dovuto essere il mercato ortofrutticolo che ospita settimanalmente un piccolo mercatino, uno piccolo spazio per la banda municipale e qualche altra cosina.
E dire che l'associazione culturale Teatri del Cielo di Enna ha avanzato una interessante proposta all'amministrazione comunale. In pratica è stata chiesta la concessione dell'uso della tendostruttura con annessi tutti gli spazi adiacenti per organizzare e promuovere servizi turistici, culturali, spettacoli ed attività teatrali. L'associazione è disposta anche a corrispondere una canone di affitto annuale di 24.000 euro con l'equivalente fornitura di beni e servizi per le manifestazioni organizzate dall'amministrazione comunale nell'anno solare.
Nella proposta avanzata, l'associazione Teatri del Cielo si accollerebbe l'onere di ripristinare i locali dati in uso, garantendo la trasformazione del palatenda in un teatro da 800 posti dove si potrebbero organizzare spettacoli teatrali, attività di intrattenimento, sale conferenze, nonché la manutenzione ordinaria.
Ebbene, questa proposta al momento non è stata presa in considerazione e tutto resta nel più completo degrado ed abbandono. Ci chiediamo, quando mai capiterà qualcuno che è disposto a rivitalizzare una struttura e renderla fruibile a tutta la città, pagando un canone annuale di 24.000 euro?
Perchè non dare l'area in gestione? Il Comune non solo non spenderebbe un centesimo, ma addirittura ci guadagnerebbe pure.
Queste sono le contraddizioni di una città che muore e che non sfrutta neanche quelle occasioni che le capitano.
Intanto la struttura resta sedotta e abbandonata.
Massimo Castagna
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